Il fatto
23.11.2023 - 07:30
«Parteciperò ad una manifestazione e porterò la mia testimonianza». Luigi De Nitto, per tutti Gino, è il padre di Veronica, la ragazza di Latina uccisa in California nel gennaio del 2021 dal suo ex fidanzato. E' scappato anche lui, come l'ex fidanzato di Giulia Cecchettin. E' svanito, sarebbe in Messico.
Il papà di Veronica ha scritto a tutti per chiedere giustizia: al Presidente della Repubblica e al Papa. Ha bussato a tante porte. Quando è stata uccisa Giulia, Gino De Nitto, ha avuto un sussulto mentre guardava scorrere i titoli del Tg.
«Ci sono molte analogie purtroppo con la storia di Giulia. L'omicidio di mia figlia è stato più efferato, l'assassino è scappato in Messico e c'è una differenza: non si riesce a catturare». La storia è paradossale, è un rebus che si trascina da anni, tra Messico, Stati Uniti e Italia. «E' tutto così complesso. In Messico dove sarebbe scappato l'omicida c'è un'alta percentuale di criminalità ed è un territorio vasto. Una persona si può nascondere dove e come vuole e poi non c'è molta pressione da parte dello Stato».
La battaglia che porta avanti da quasi tre anni Gino De Nitto è una ragione di vita. «Quando siamo andati al Ministero sono stati molto collaborativi».
Ad accompagnare da tre anni a questa parte la sua esistenza c'è l'ombra di un dolore quotidiano. «Quando ho saputo di Giulia mi sono sentito di scrivere quella lettera aperta al papà che si chiama come me Gino, per esprimere un profondo dolore manifestando tutta la vicinanza alla famiglia di questa ragazza». E' il momento di rivolgere un altro appello, questa volta al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «E' una donna, una madre di famiglia anche lei. Deve diventare la promotrice di leggi per salvaguardare l'integrità femminile. E poi le chiedo di fare più pressione affinché non si mollino le ricerche dell'uomo che ha ucciso mia figlia». Anche la Procura di Roma aveva aperto un'inchiesta sull'omicidio.
Il papà di Veronica continua ad avere una grande fiducia. «Sono convinto che l'assassino prima o poi commetta qualche passo falso perché sa perfettamente di essere braccato». La sete di giustizia aumenta con il passare del tempo. «C'è una ragazza uccisa e c'è in giro, in libertà una persona potenzialmente pericolosa».
Sono trascorsi tre anni da quel giorno. «Veronica mi è apparsa in sogno - racconta con grande emozione - ci guardavamo, di istinto l'ho abbracciata, sembrava viva e lei mi ha guardato e sorriso. Quando mi sono svegliato mi sembrava di averla vicino e di averla abbracciata».
Il papà di Veronica è determinato. E anche in passato aveva espresso un concetto che lo accompagnerà per sempre.
«Da parte mia non smetterò mai di lottare - assicura - lo farò fino all'ultimo respiro, questa per me purtroppo è una ferita che resta aperta».
Parola di un padre che aspetta giustizia per l'omicidio della figlia.
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