Il caso
04.01.2024 - 09:30
Il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Molfese ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari alla donna di 49 anni, originaria di Sezze, finita al centro di un'inchiesta della Procura di Latina per una serie di presunti maltrattamenti, sia fisici che psicologici, consumati ai danni degli anziani ospiti di una Rsa che gestisce vicino Borgo Grappa. Il gip ha infatti accolto l'istanza depositata dall'avvocato Italo Montini, difensore di fiducia dell'indagata, che aveva presentato una nuova richiesta di revoca della misura restrittiva, sostenuta da una serie di motivi aggiunti rispetto alla prima istanza che il giudice aveva respinto a margine dell'interrogatorio di garanzia.
Gli arresti domiciliari, per la donna, erano scattati all'inizio di dicembre, al culmine di un'indagine della Guardia di Finanza del Gruppo di Latina, scaturita in seguito alla denuncia presentata da un ex lavoratore della residenza sanitaria assistenziale che aveva prospettato appunto un clima di sofferenze e umiliazioni, all'interno della struttura, per gli anziani ospiti. Gli accertamenti svolti dai finanzieri hanno documentato condotte definite «allarmanti» dagli stessi investigatori. Buona parte delle accuse rivolte alla 49enne indagata sono state ricostruite attraverso le testimonianze di persone informate sui fatti. Oltre ad atteggiamenti violenti, la donna avrebbe rivolto agli anziani anche insulti e frasi denigranti, che alimentavano un clima infernale per gli ospiti. Oltretutto non sarebbe stata assicurata la presenza di personale medico o infermieristico e le somministrazioni dei farmaci ai degenti non rispettavano i piani di ciascuno di loro, ma venivano somministrati dalla stessa indagata anche invertendo le terapie.
Nell'ambito dell'inchiesta inoltre risultano indagate in stato di libertà altre tre persone che hanno avuto ruoli più marginali rispetto ai maltrattamenti che sono costati gli arresti domiciliari alla titolare della società che gestisce la casa per anziani. In occasione dell'interrogatorio di garanzia la donna si era avvalsa della facoltà di non rispondere, ma aveva rilasciato spontanee dichiarazioni: aveva respinto fermamente le accuse, sostenendo di avere sempre ricevuto riconoscimenti positivi dai parenti degli ospiti.
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