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«Sai chi sono, qua comando io» e rapina un invalido

Arresti domiciliari per Carmine Di Silvio, accusato di aver minacciato un uomo e di avergli preso 17 euro dal portafogli. I fatti avvenuti a novembre

«Sai chi sono, qua comando io» e rapina un invalido

Lo hanno arrestato ed è finito agli arresti domiciliari perché - secondo quanto ipotizzato - ha rapinato una persona invalida che ha problemi ad un braccio e soffre anche del morbo di Parkinson. E' successo a Latina il pomeriggio dello scorso 5 novembre in via San Carlo da Sezze, a poca distanza da piazzale Carturan. Nei giorni scorsi è stata notificata un' ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Carmine Di Silvio, 33 anni, residente a Latina, figlio di Antonio detto Cavallo. L'indagato è ritenuto il presunto responsabile di un episodio che si era consumato nel giro di una manciata di minuti.

L'uomo si era avvicinato alla parte offesa e - secondo il racconto offerto agli investigatori dalla vittima - gli aveva intimato di non urlare, prendendo la somma di 17 euro contenuti nel portafogli. Lo aveva anche spinto sul muro nel tentativo di intimorirlo. Dopo i fatti era stata presentata una denuncia in Questura e gli agenti della Squadra Mobile avevano raccolto diversi elementi che hanno portato poi all'emissione della misura restrittiva, richiesta dal pubblico ministero Giorgia Orlando, titolare del fascicolo che aveva chiesto per il 33enne il carcere. I fatti contestati sono avvenuti pochi minuti dopo le 18 quando la vittima è stata avvicinata dal 33enne. «Questa è zona mia, qui comando io», ha detto il sospettato che poi ha aggiunto. «Non ti mettere ad urlare. Lo sai chi sono? Sono il figlio di Cavallo». Ieri mattina - assistito dall'avvocato Ernesto Renzi davanti alle contestazioni del giudice, l'indagato ha scelto la strada del silenzio e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo scorso ottobre Carmine Di Silvio era stato arrestato. Era ritenuto il presunto responsabile di una rapina di un'auto ad un operaio del capoluogo. In quella circostanza l'indagato aveva sottolineato che la ricostruzione della parte offesa era stata una messa in scena. «Dinnanzi a versioni divergenti, si impone un approfondimento di indagine per acquisire elementi di riscontro al narrato dell'una e dell'altra parte», aveva osservato il gip.

Nei giorni scorsi la notifica di un nuovo provvedimento. L'operazione rientra nell'ambito dei servizi di controllo predisposti dal Questore di Latina Raffaele Gargiulo per la prevenzione dei reati.

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