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Il processo

Omicidio Moro, Grenga rilascia spontanee dichiarazioni: "Sono innocente"

Chiuso il dibattimento. In aula la deposizione di un consulente della difesa

Omicidio Moro, Grenga rilascia spontanee dichiarazioni: "Sono innocente"

Prima una articolata ricostruzione del consulente della difesa sulle celle telefoniche che agganciavano gli imputati e poi le dichiarazioni spontanee di uno degli imputati Simone Grenga che chiude di fatto il dibattimento e si dichiara innocente quando parla alla Corte d'Assise. «Non ho la coscienza sporca. Sono detenuto ingiustamente, non ci sto più, non faccio parte di questa situazione». Sono stati questi i due passaggi salienti del processo per l'omicidio Moro.
Ieri davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Latina e al presidente Gian Luca Soana, si è chiuso dopo oltre due ore e mezza il dibattimento. In aula ha deposto l'ingegner Paolo Reale, consulente della difesa degli imputati, in passato consulente della parte civile per l'omicidio di Garlasco dove era stata uccisa Chiara Poggi.
Ha sottolineato come sia impossibile dare l'esatta localizzazione dei telefoni degli imputati relativi alla posizione dei cellulari la sera stessa dell'omicidio: il 25 gennaio del 2010.

Infine ha rilasciato spontanee dichiarazioni Simone Grenga, uno degli imputati. Ha parlato di come abbia iniziato un nuovo percorso di vita, ha ricordato il suo rapporto con Renato Pugliese, uno dei collaboratori di giustizia. «Lo conoscevo da bambino, poi sono stato all'estero e sono tornato in Italia nel 2007 e non l'ho più visto e sentito».

Ha sottolineato che anche in carcere a Viterbo - dove entrambi erano detenuti - sarebbe stato impossibile incontrarlo e parlare con lui perchè c'era un agente della polizia penitenziaria. Grenga ha ricordato di non aver mai visto e frequentato Agostino Riccardo,

L'imputato ha dichiarato di essere detenuto ingiustamente. «Nel corso di 14 anni ho avuto un comportamento esemplare, ho preso un diploma e mi sono iscritto all'Università ottenendo anche permessi premio almeno fino al momento dell'arresto per l'omicidio Moro».

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