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Il caso

Neonato lasciato all'ospedale, il Pd: «Il sindaco alimenta la gogna mediatica»

Principi si appella alla mamma: «Ci ripensi e la aiuteremo» e l'opposizione lo attacca. La consigliera Mastrocicco: «Basta con questo paternalismo su una scelta sofferta»

Neonato lasciato all'ospedale, il Pd: «Il sindaco alimenta la gogna mediatica»

L'appello del sindaco Lanfranco Principi rivolto alla mamma che venerdì scorso ha lasciato un neonato al pronto soccorso dell'ospedale "Città di Aprilia" scatena le critiche dell'opposizione. Nelle scorse il primo cittadino ha rilasciato un'intervista a "La Repubblica" lanciando un invito alla donna a ripensarci. «Torni da suo figlio e io la aiuterò a crescere Lucas nel miglior modo. Il mio primo pensiero venerdì sera - ha detto Principi - è stato quello di aver messo in sicurezza il bambino. Se si dovesse trovare la donna mi sono prefissato di mettere mamma e figlio in una struttura protetta». Proprio al sindaco di Aprilia il Tribunale dei minori ha affidato il piccolo Lucas, di circa 6 mesi, che attualmente si trova in una struttura d'accoglienza (una casa famiglia) nel Lazio, mentre continuano le indagini dei Carabinieri del reparto territoriale per rintracciare la persona che si vede lasciare il passeggino all'interno del pronto soccorso e poi andare via, risalendo in questo modo all'identità del bambino e dei genitori.
Tuttavia le parole del primo cittadino hanno attirato le critiche dell'opposizione, in particolare della consigliera comunale Gloria Mastrocicco, dirigente locale del Partito Democratico eletta con la lista civica Caporaso, che con un post su facebook ha stigmatizzato questi continui appelli che a suo giudizio alimentano una gogna mediatica nei confronti della madre. «Non è semplice capire se e come esprimersi davanti a questa vicenda, ci ho pensato molto - scrive Gloria Mastrocicco - ma credo che con l'ultima uscita di oggi si sia raggiunto il limite. Questa è una gogna mediatica e il sindaco ne sta prendendo parte in maniera sconsiderata. La donna ha commesso un reato e risponderà davanti alla legge per questo. Questo paternalismo da quattro soldi volto ad invalidare una scelta sofferta di una madre evidentemente in difficoltà è patetico, il fatto che venga perseguito da un sindaco è anche peggio. Nessuno qui ha il diritto di dire come e cosa fare. La sua scelta l'ha fatta e continuare a chiamarla in causa, fare annunci ufficiali, condividere il suo volto su tutti i giornali e utilizzare frasi come "il bambino abbandonato" è una violenza a tutti gli effetti. L'ennesima violenza di genere che un uomo, né tantomeno il "nostro" sindaco, potrà mai capire. Mi auguro che la gente la smetta con questi appelli di "ripensaci, ti aiutiamo noi". Non siete Dio».
Un intervento destinato a far discutere, soprattutto perché alle legittime opinioni della consigliera di minoranza su questa vicenda e sul circo mediatico che si è innescato si sommano degli attacchi pesanti nei confronti del primo cittadino, "colpevole" solo di aver rivolto un appello.

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