Le parole
19.02.2024 - 11:30
«A Natale eravamo stati insieme. A pranzo stava con noi. Christian? Sembrava un bravo ragazzo, normale, senza segni di squilibrio. Ci avevo giocato insieme a biliardino. Sembrava tranquillo. Invece alla fine è stato un mostro con mia figlia e mia nipote. Me le ha uccise».
Giovanni Zomparelli cerca da martedì pomeriggio il coraggio di andare avanti, riannoda i pensieri che lo tormentano in questi giorni di dolore, sgomento, parla al telefono con la voce rotta dall'emozione. Si sfoga, le parole escono, le lacrime non ci sono più. Gli tornano in mente i momenti vissuti insieme a Christian Sodano, l'ex ragazzo della nipote che in una manciata di minuti è diventato un assassino. Freddo, quasi un calcolatore perfetto quando i carabinieri, ignari di tutto, subito dopo i fatti lo hanno fermato perché correva in auto e lui ha avuto la lucidità di fare finta di niente e dire: «Sono un collega, ok vado piano, rallento».
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