Il caso
28.02.2024 - 09:30
Nelle carte dell'inchiesta sullo scandalo Karibu, spunta un'annotazione degli investigatori della Guardia di Finanza relativa a delle operazioni sospette. A carico della cooperativa Karibu e di Marie Terese Mukamitsindo, è stata individuata - come trasmesso dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Roma - una segnalazione di operazioni sospette effettuata da un intermediario. E' stato messo in evidenza un elemento: «La mancata esibizione da parte della rappresentante legale della Karibu della documentazione richiesta più volte dalla banca necessaria per procedere ad alcune valutazioni su alcune movimentazioni presenti nel rapporto». E poi anche un altro particolare: «Il mancato deposito del Bilancio sociale del 2016, una rilevante operatività con uso di contante, e infine un evento - annotano gli inquirenti - riguardante un assegno di oltre 100mila euro dichiarato distrutto che veniva invece negoziato dal beneficiario il quale provvedeva al pagamento dello stesso tramite invio di un bonifico». Anche nelle motivazioni del Tribunale del Riesame - relative in questo caso al procedimento dell'evasione fiscale (per questo reato il processo è già in corso) - i giudici avevano messo in rilievo le operazioni sospette. I fondi assegnati alla cooperativa sociale e agli altri enti coinvolti - hanno osservato i magistrati del Riesame - in parte non rendicontati, in parte destinati all'utilizzo anche all'estero, allo stato non chiariti, sono all'origine di alcune segnalazioni di operazioni sospette della Banca di Italia. «E' verosimile che le cooperative beneficiarie delle provvidenze pubbliche attraverso i risparmi ottenuti nella gestione dei progetti per conto della Prefettura ed in ragione della possibile commistione degli stessi progetti, abbiano potuto arbitrariamente inviare all'estero direttamente o per il tramite dell'Associazione Jambo parte dei fondi che invece dovevano servire per la gestione dei migranti sul territorio italiano».
E' venuto alla luce infine che le somme di denaro sono finite all'estero tramite bonifici bancari in favore di una società di diritto inglese, la Karibu Rwa, avente ad oggetto escursioni in Ruanda, Kenya, Uganda e Tanzania e altre società estere. Nelle carte dell'inchiesta sono emersi gli accertamenti dell'Antifrode dell'Unione Europea. Il primo marzo è fissata l'udienza preliminare, l'inchiesta è stata coordinata dai pm Andrea D'Angeli, Giuseppe Miliano, dal Procuratore Giuseppe de Falco.
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