Il caso
05.04.2024 - 10:00
Dal novembre del 2020 non vede più la figlia che all'epoca aveva 11 anni. E' stato costretto a chiedere all'autorità giudiziaria di intervenire visto che la moglie, una cittadina sudamericana, da quasi quattro anni rifiuta contatti e soprattutto rifiuta di tornare in Italia o di lasciar tornare la ragazzina. L'altra mattina davanti al giudice Valentini del Tribunale di Latina ha preso il via il processo a carico della donna accusata di sottrazione internazionale di minore.
Nel novembre del 2020 la donna riceve la tragica notizia di un lutto in famiglia, la sorella era stata uccisa. Con il benestare del marito, prepara i bagagli e insieme alla figlia decide di tornare in Patria dalla famiglia per i funerali. L'intento era di stare con i parenti per qualche giorno. Poi però senza alcun preavviso la decisione di tagliare i contatti e di non tornare. Non è dato sapere quale possa essere stato il motivo scatenante della decisione di non tornare e di non far tornare la figlia, magari il timore in caso di separazione di non vedersi riconoscere il diritto, in un futuro, di poter riportare la ragazzina in Patria, o più semplicemente una concezione dei legami familiari decisamente diversa.
Fatto sta che passano i mesi e gli anni. La scuola che la ragazzina frequentava, ha l'obbligo di chiedere spiegazioni sulle assenze reiterate, c'è un obbligo che impone ai genitori di farla studiare e il diritto della ragazza di frequentare le lezioni. Scatta la denuncia. Inutili tutti i tentativi di convincere la donna a tornare. L'uomo ha sporadici contatti con la figlia, solo quando riesce a sfuggire al controllo della madre e a contattarlo in qualche modo palesando, a dire del padre, il grande dolore di non vederlo più e la ferma volontà di tornare a Cori dove ha lasciato tutto, amici e parenti.
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