Morte Satnam, continuano gli interrogatori dei testimoni

Cristallizzare e blindare la deposizione di Soni (la moglie di Satnam Singh) e quella di un altro testimone. E’ questo il prossimo step dell’inchiesta sulla morte del bracciante agricolo indiano. La Procura e il pm Marina Marra, titolare del fascicolo, hanno chiesto al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Molfese l’incidente probatorio. Le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Latina vanno avanti su diversi binari. Si cerca di capire bene cosa sia accaduto durante l’infortunio sul lavoro avvenuto il pomeriggio dello scorso 17 giugno, qualche minuto dopo le 16.

Agli atti dell’inchiesta c’è la deposizione di Soni, la cui ricostruzione ha un peso investigativo di primo piano che gli inquirenti vogliono mettere al sicuro. L’obiettivo è delineare il perimetro attorno al quale è maturato il fatto, a partire dalle fasi successive all’infortunio e al trasporto del bracciante.

La moglie di Satnam ha più volte sostenuto di aver chiesto aiuto quando ha visto il marito senza braccio e ha aggiunto che supplicava di far chiamare una ambulanza, ma che tutti, erano presenti almeno due persone, in quella circostanza «sono rimasti pietrificati». L’imprenditore è detenuto in carcere con l’accusa di omicidio volontario con il dolo eventuale, la sua posizione si è aggravata alla luce delle risultanze investigative raccolte. Da omicidio colposo e omissione di soccorso il quadro indiziario è completamente cambiato.

La difesa chiede l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare notificata lo scorso 2 luglio perchè non c’è pericolo di fuga, di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato.
«Dall’univoca ricostruzione dei fatti - aveva messo in evidenza il giudice Giuseppe Molfese nel provvedimento - Lovato si liberava del corpo e dell’arto amputato e di quello che più in generale era diventato un problema ormai non suo.