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Il fatto

Attentato al sindaco, riflettori sulla pista della droga

Oggi i primi interrogatori a Vincenzo Zizzo, accusato di essere la mente dell’azione incendiaria e Pasquale Spirito, suo principale collaboratore

Attentato al sindaco, riflettori sulla pista della droga

Questa mattina, alle 11.30, Vincenzo Zizzo, il commerciante di Lenola accusato di aver ordinato l’attentato in danno del sindaco Fernando Mangiafico, è stato ascoltato dal giudice delle indagini preliminari e per la prima volta potrà fornire la sua versione dei fatti. Non è escluso che si avvalga della facoltà di non rispondere, l’interrogatorio si tiene in Tribunale alla presenza del difensore, l’avvocato Giulio Mastrobattista. Più tardi, alle 12.30, è stata la volta del secondo indagato, Pasquale Spirito, concorrente negli stessi reati contestati a Zizzo, ma non come mente principale bensì come fidato collaboratore e per questo la misura restrittiva risulta più attenuata.

La contestazione più grave per entrambi riguarda l’organizzazione, commissionata a terzi non identificati, dell’attentato contro il sindaco, avvenuto il 19 settembre 2023 quando venne bruciata, appunto, l’auto del primo cittadino. Ma poi ci sono intercettazioni captate dai carabinieri che provano la programmazione di un altro attentato in danno del sindaco e di un incendio che doveva essere appiccato al centro culturale durante una manifestazione del novembre 2023.

L’indagine principale sull’auto bruciata e sulla volontà di Vincenzo Zizzo di vendicarsi contro il capo dell’amministrazione si intreccia con un importante traffico di stupefacenti, intessuto da Zizzo con fornitori di calibro della capitale e in contrapposizione o quantomeno all’insaputa del gruppo egemone nello spaccio a Fondi. La gestione di una rilevante compravendita di stupefacenti e la fornitura ai consumatori locali è il secondo troncone dell’indagine, cui si affianca la contestazione della detenzione di armi da parte di Vincenzo Zizzo, anche in pubblico (girava infatti con un fucile da caccia). Sulla droga e le armi sono effettivamente attese le dichiarazioni dei due indagati italiani da incrociare con quelle dell’albanese Muco Riza, anche lui finito ai domiciliari ma solo per i reati di traffico di droga, poiché l’uomo è considerato il fornitore all’ingrosso di «fumo» e «cocaina». Riza sarà sentito dal gip di Roma nei prossimi giorni.

Ci sono inoltre almeno un paio di elementi aggiuntivi in questa vicenda che val la pena ricordare: il tentativo di avvicinare le persone sentite dalla Procura e la sfrontatezza con cui Zizzo continuava a parlare al telefono pur sapendo di essere sotto inchiesta.

Intanto sul fronte delle reazioni, ieri pomeriggio è arrivato l’intervento del senatore Nicola Calandrini di solidarietà al sindaco Magnafico e ringraziamento per gli investigatori.

«Desidero esprimere la mia piena solidarietà al Sindaco di Lenola, Lorenzo Magnafico, per il vile attentato incendiario che ha colpito la sua persona e la sua famiglia lo scorso settembre. - scrive il parlamentare di Fratelli d’Italia - Questo gesto ignobile non solo ha messo in pericolo vite umane, ma ha anche cercato di minare la serenità e la sicurezza della nostra comunità. Un sincero ringraziamento va alle Forze dell'Ordine che, con professionalità e dedizione, hanno individuato e assicurato alla giustizia i due responsabili, coinvolti non solo nell'incendio ma anche in altre attività criminali come lo spaccio di droga e il porto illegale di armi. Il loro tempestivo intervento è la dimostrazione di come lo Stato sappia rispondere con fermezza e determinazione a chi tenta compiere azioni criminali nei nostri territori».

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