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Il caso

Caos accessi al megastore in Q3: arriva l’addetto alla viabilità

Con un solo passo carrabile, caos all’ingresso del centro commerciale di via del Lido all’apertura del secondo store

Caos accessi al megastore in Q3: arriva l’addetto alla viabilità

Un centro commerciale come quello realizzato all’angolo tra via del Lido e la statale Pontina, viziato dalla discussa variante adottata nel quartiere Q3 per l’eliminazione del vincolo alberghiero, non può essere supportato da un solo passo carrabile come avviene ora. Eppure delle tre medie strutture di vendita, due hanno già avviato l’esercizio, ma per il Comune di Latina ora è tutto in regola, sebbene le condizioni non siano cambiate rispetto a quando erano state bocciate le prime Segnalazioni certificate di inizio attività depositate dai gestori. Loro, i commercianti che sono riusciti ad aprire i battenti con un colpo di mano, lo sanno bene che il complesso commerciale non è sostenibile dal punto di vista viario, tant’è vero che sabato, a tre giorni dalla riapertura del secondo discount, per sostenere un volume maggiore di clienti hanno dovuto assoldare gli addetti alla sicurezza, due dei quali sono stati posizionati all’ingresso del parcheggio su via del Lido.


Già nelle prime ore del pomeriggio di sabato, uno dei due operatori si era piazzato nella corsia di marcia per aiutare i clienti a entrare senza correre il rischio di scontrarsi con i veicoli in uscita. Del resto l’altro accesso, quello denominato via Viterbo, conduce al parcheggio posteriore, quello ceduto dalla proprietà all’uso pubblico per compensare una parte degli standard urbanistici richiesti dalla variante, ma in realtà il piano regolatore non prevede che quella sia una strada e soprattutto la particella catastale appartiene ad altri. In ogni caso, non solo i gestori dei negozi sono riusciti ad aprire prima ancora che Anas, ente gestore della Pontina, autorizzasse il secondo passo carrabile e l’ingresso per lo scarico merci sulla complanare via Ferrazza, ma il Comune glie lo ha lasciato fare. Quindi è placito aspettarsi che a breve apra anche il fast food.


Tutto questo senza che l’ente municipale abbia mai appurato la conformità edilizia dell’intero complesso commerciale: per i gestori dei negozi è un presupposto basato sui permessi di costruire ottenuti nel tempo, mentre per il Comune dovrebbe un interrogativo derivante dall’inchiesta con cui la Procura ritiene il progetto una lottizzazione abusiva, tanto da avere portato a processo il costruttore che ne ha proposto la realizzazione, il progettista e i dipendenti comunali che sono accusati di avere permesso la realizzazione abusiva del centro commerciale, ossia il dirigente del Suap dell’epoca e il funzionario responsabile del procedimento. Senza dimenticare che altri commercianti che operano nello stesso quartiere, comprensibilmente contrariati da una variante che ritengono di dubbia regolarità, hanno chiesto formalmente al Comune di essere messi a conoscenza sulla conformità urbanistica della struttura di via del Lido, ma l’ente non ha mai risposto ed è stato anche bacchettato dal Difensore Civico Regionale. Eppure continua a glissare sull’argomento.


Mentre tutti si chiedono se la variante fosse legittima e al tempo stesso se il complesso dovesse essere classificato o meno come centro commerciale, uno degli aspetti più grotteschi riguarda invece la destinazione urbanistica stessa. Perché è logico chiedersi se tre medie strutture di vendita destinate all’esercizio di due supermercati e un fast food possano essere considerati spazi commerciale compatibili con un’area a vocazione turistico ricettivo. Tutto comprensibile in una città che ha rinunciato ad attrarre turisti già da un pezzo, strizzando invece l’occhio agli interessi di pochi.

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