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Il caso

Scandalo patenti, due indagati tornano in libertà

La decisione del Riesame. Nei giorni scorsi sei arresti per associazione per delinquere e corruzione

Scandalo patenti, due indagati tornano in libertà

I giudici del Tribunale del Riesame di Roma si sono pronunciati sul ricorso relativo allo scandalo delle patenti per le posizioni di due indagati. Lasciano gli arresti domiciliari Carmine Omaggio e Salvatore Amore, il collegio composto dai giudici Giuseppina Guglielmi, Fabio Mostarda e Vanessa Manni, ha annullato il provvedimento restrittivo nei confronti di Omaggio per quattro capi di imputazione. Nei confronti di Salvatore Amore in questo caso il provvedimento restrittivo è stato annullato per 15 capi di imputazione.

Per i due uomini entrambi residenti in Campania, i giudici hanno disposto la misura dell’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria. Nell’ordinanza i giudici hanno disposto per Omaggio e Amore di non allontanarsi senza l’autorizzazione del giudice dal Comune di dimora. Il collegio difensivo aveva impugnato il provvedimento restrittivo emesso dal gip del Tribunale di Latina Barbara Cortegiano che aveva accolto le risultanze investigative del pubblico ministero Valerio De Luca, sulla scorta delle indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria della Procura di Latina e della Polizia giudiziaria della Polizia Stradale.

Le accuse ipotizzate sono quelle di associazione per delinquere e oltre a corruzione. Erano state in tutto sei le misure restrittive eseguite nei confronti di: Giovanni Chiariello, Claudio Caiani, Antonio Villani, dipendente della Motorizzazione di Latina e Adrian Dinu, addetto alla vigilanza negli uffici della Motorizzazione. Dalla provincia di Latina l’inchiesta era arrivata in Campania e ai domiciliari erano finiti anche Salvatore Amore e Carmine Omaggio, soci e titolari di una autoscuola a Mugnano di Napoli. In base a quanto sostenuto dagli inquirenti rifornivano tutta la strumentazione necessaria per i candidati in occasione delle sessioni di esame per superare gli esami. Gli accertamenti si erano svolti tra ottobre 2022 e giugno 2023 e hanno permesso di svelare un sistema di illeciti, corruzione e falsificazioni degli esami per il conseguimento della patente a cittadini di origine indiana.

E’ emerso inoltre che esisteva un tariffario. L’addetto alla vigilanza e al controllo dei candidati che dovevano svolgere l’esame per i quiz, percepiva 500 euro per singolo candidato. Nel corso delle indagini e durante una perquisizione in casa di un indagato gli investigatori avevano sequestrato la somma di 70mila euro. Erano stati sei gli arresti mentre erano state denunciate a piede libero 18 persone.

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