Il fatto
22.02.2025 - 08:00
Una coppia di Latina è finita al centro di un’inchiesta antidroga della Polizia che si è conclusa col sequestro di oltre due chili di sostanze stupefacenti, sia hascisc che cocaina suddivisi in più partite nascoste in punti diversi dell’abitazione, ma una buona parte conservata nel frigorifero: M.L. di 39 anni è finito in carcere, a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’interrogatorio di convalida, mentre la moglie L.T. di 38 anni è indagata in stato di libertà perché non poteva non essere a conoscenza dell’attività illecita del marito, un volto noto alle forze di polizia.
La perquisizione nell’appartamento della coppia, nella zona dell’ex Villaggio Trieste, è scattata nella serata di giovedì, al termine di un’attività info investigativa della Squadra Mobile della Questura di Latina. Gli investigatori del questore Fausto Vinci avevano maturato una serie di sospetti sull’uomo, già arrestato da una pattuglia dei carabinieri esattamente tre anni fa, quando cercò di scappare a un controllo infilandosi in un negozio di abbigliamento, avendo con sé un panetto di hascisc. La stessa tipologia di droga che l’altra sera è stata trovata in abbondanza in casa sua.
Quando i poliziotti si sono presentati alla porta dell’appartamento, ormai l’uomo era in trappola: nell’abitazione sono stati trovati nove diversi involucri contenenti hascisc, il più voluminoso era composto da otto panetti da un etto ciascuno e si trovava appunto nel frigo, presumibilmente di una varietà di cannabinoide piuttosto pregiata, con una consistenza semisolida. Un altro pacchetto pesava due etti, un altro ancora quattro, per un totale di poco meno due chili. In altre confezioni più piccole sono state trovate dosi di cocaina per un peso complessivo inferiore ai cento grammi. Altri quattro etti di polvere bianca sono risultati positivi al narcotest del tipo cocaina, ma dovrebbero trattarsi di sostanza da taglio. In ogni caso tutta la sostanza è stata sottoposta a sequestro e sarà analizzata per verificare il grado di purezza del principio attivo. Sotto chiave sono finiti anche una discreta somma di denaro, un bilancino elettronico e materiale utile al confezionamento delle dosi.
Come nel più classico dei casi, le indagini proseguono per ricostruire la rete dello spaccio intorno all’uomo e risalire all’ambiente criminale di riferimento, col sospetto che non fosse solo nella conduzione degli affari con la droga.
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