Il fatto
03.04.2025 - 08:30
In più di 50 pagine, la difesa dell’ex professore di religione Alessandro Frateschi, ricostruisce i fatti e prova a contestare le gravissime accuse che lo scorso luglio hanno portato alla condanna a 12 anni dell’ex diacono, accusato di violenza sessuale aggravata su cinque minori, tra cui tre ex studenti del Liceo Maiorana. Nella richiesta presentata in Corte d’Appello, i legali dell’uomo chiedono l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
La condanna del giudice Laura Morselli era stata superiore rispetto a quanto richiesto dal pm Giorgia Orlando che aveva chiesto 9 anni per l’insospettabile insegnante che ora è detenuto in carcere. Nella richiesta presentata dai suoi difensori viene messo in luce che l’imputato non ha mai richiesto foto ad alcuni minori e l’invio di fotogrammi a carattere sessuale che li raffigurassero. In un altro passaggio la difesa sostiene che «le intenzioni di Frateschi quando chiede di ricevere una foto da un minore nuda, non erano libidinose ma l’aiuto maldestro ad un minore per superiore un complesso di inferiorità».
Nelle motivazioni della sentenza di condanna il giudice ha sottolineato il gravissimo comportamento di Frateschi: prede è il termine usato dal giudice per indicare le giovanissime vittime degli abusi sessuali di Alessandro Frateschi. «E’ stato in grado di esercitare la manipolazione sui minori ai fini di esercitare il soddisfacimento delle perversioni sessuali - ha osservato il giudice - era solito abusare del proprio ruolo di adulto avente particolari posizioni di tutela e garanzia nei confronti dei minori affidati alle sue cure».
La difesa chiede la concessione delle attenuanti generiche perchè nel corso dell’interrogatorio quando è stata chiusa l’inchiesta, non ha negato l’addebito e ha fornito la sua versione dei fatti, una circostanza che secondo i legali di Frateschi dimostra ravvedimento idoneo per il riconoscimento delle attenuanti generiche prevalenti sulle contestate aggravanti. Nel processo che si è concluso a luglio a Latina per la violenza sessuale si erano costituite parte civile oltre che le vittime - rappresentate dagli avvocati Francesca Giuffrida, Nicodemo Gentile, Antonio Cozza - la Garante per l’Infanzia Monica Sansoni. L’indagine sull’insegnante era scattata nel gennaio del 2023 ed era stata condotta dai Carabinieri della Compagnia di Latina e coordinata dal Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza. La data del processo in Corte d’Appello non è stata ancora fissata.
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