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Il caso

Q3, il Comune ha continuato a rilasciare atti illegittimi

Tra i motivi del sequestro il giudice inserisce anche le determine di settembre del Suap che hanno autorizzato l’apertura dei negozi

Q3, il Comune ha continuato a rilasciare atti illegittimi

Oltre alla sfilza incredibile di illeciti di natura edilizia che configurano il reato di lottizzazione abusiva, da aggiungere alla violazione paesaggistica per l’eliminazione dell’area boschiva preesistente, tra i motivi del sequestro del centro commerciale irregolare di via del Lido il giudice per le indagini preliminari Maria Mattioli individua anche irregolarità più recenti che rendono attuale la necessità di impedire alla proprietà di mantenere l’utilizzo dell’immobile e soprattutto evidenziano le responsabilità dell’amministrazione comunale anche ora, alla stessa maniera di chi amministrava la città quando sono stati concessi la variante e i permessi di costruire.

Motivando il sequestro finalizzato alla confisca, il giudice tiene conto naturalmente del notevole aumento del carico urbanistico derivante dall’intervento edilizio molto consistente in fatto di volumi edificati. «La trasformazione significativa, duratura e permanente dell’assetto, richiede la necessità di imporre appunto il sequestro, in quanto il godimento e la disponibilità attuale degli immobili può implicare una effettiva ulteriore lesioni degli interessi tutelati, in favore degli interessi speculativi del privato» si legge nel decreto. Il giudice inoltre sottolinea il rischio derivante dalla condotta degli indagati, intesi il costruttore e la progettista, che avevano cercato di eludere il sequestro trasformando il quarto negozio più piccolo in una pertinenza della media struttura di vendita sottostante, ma soprattutto ha tenuto conto delle palesi irregolarità degli atti amministrativi adottati dal Comune di Latina e delle modalità dei procedimenti, rilevando oltretutto che l’ente locale ha continuato a emettere determine illegittime anche il 13 settembre 2024 «con conseguente consolidamento della lesione dell’interesse protetto dalla normativa urbanistica in caso di libera disponibilità delle opere».

Il riferimento finale è alle due determinazioni dirigenziali emanate dal Dipartimento Attività Produttive del Comune per autorizzare l’apertura delle prime due medie strutture di vendita dopo il tira e molla tra i privati e l’ente locale sul nodo viabilità. Atti, quelli contestati dal giudice come illegittimi, viziati dallo studio trasportistico acquisito dal Comune che ha valutato positivamente l’impatto del centro commerciale sulla viabilità locale in seguito alla mancata apertura dello scarico merci e del passo carrabile su via Ferrazza, la complanare della Pontina, col solo utilizzo degli accessi della fantomatica via Viterbo e sul parcheggio di via Segantini, senza considerare che questi ultimi due non sono stati formalmente autorizzati, anzi il primo insiste su una particella che non appartiene neppure ai proprietari del megastore ed è trasformata in strada in contrasto con le norme tecniche attuative del comparto edilizio.

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