Cerca

Il fatto

Caso Abc: «È venuto meno il sistema»

Il Riesame: condivise le argomentazioni del gip che ha emesso i provvedimenti. Accolti i ricorsi degli appellanti

Caso Abc: «È venuto meno il sistema»

Il sistema che c’era in Abc ed emerge dall’inchiesta è venuto meno e di conseguenza i ricorsi sono accolti. E’ un passaggio delle motivazioni. «L’impugnazione è fondata ed è meritevole di accoglimento», scrivono i giudici del Riesame nelle motivazioni degli appelli presentati degli indagati dell’inchiesta Abc accolti il 15 maggio. I magistrati Maria Viscito, Annalisa Pacifici e Olga Manuel ripercorrono l’inchiesta dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina e dei pm Monsurrò e Orlando e focalizzano le accuse, parlano di «sistema», ritenendo coerente le osservazioni del gip.

«Il sistema risulta venuto meno essendo del tutto mutato il contesto nel quale le condotte illecite venivano poste in essere». Ascoli non è più direttore di Abc dal settembre del 2024, gli altri indagati sono in altri uffici e secondo i giudici non vi è la possibilità di inquinare le prove o reiterare il reato. I magistrati hanno ricostruito le posizione di chi ha impugnato il provvedimento del gip Laura Morselli per lo scandalo Abc. Lo scorso 17 aprile si era svolta l’udienza. «Non è stato impugnato il fumus dell’ordinanza per cui il richiamo che il Riesame fa al merito riporta gli esiti delle indagini e dice soltanto che sono coerenti con l’ordinanza ma non entra nel merito perchè non c’erano contestazioni specifiche», sostiene la difesa di Ascoli rappresentata dall’avvocato Gianni Lauretti.

Ascoli come hanno scritto i giudici e dalla documentazione allegata non ha alcun incarico. Nell’ordinanza il Riesame richiama «le argomentazioni del gip, risultando coerenti», ripercorre i fatti: «sono stati alterati i presupposti di imparzialità e libera concorrenza con un modus operandi illecito posto in essere da una pluralità di soggetti in accordo tra loro». Accoglie i ricorsi per le esigenze di tutti: da Ascoli a Paola Del Mastro che era stata assegnata ad un altro incarico: all’ufficio Comunicazione aziendale. Stesso discorso anche per gli altri appellanti: «che non rivestono più la medesima posizione ricoperta all’epoca dei fatti in contestazione».

I reati sono: corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Lo scorso gennaio nei confronti dei sette indagati il giudice aveva emesso i provvedimenti. «Il sistema puntava a deviare l’azione di un ente pubblico dai fini istituzionali e dal perseguimento dell’interesse pubblico secondo i principi di trasparenza». Le difese avevano messo in luce che le condotte risalgono a oltre quattro anni fa e che la richiesta presentata dalla Procura è del dicembre del 2022. E che gli indagati non occupano ruoli esecutivi. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Gianni Lauretti, Gaetano Marino, Massimo Frisetti, Flaviana Coladarci, Alessandro Diddi.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione