Il fatto
20.05.2025 - 07:30
Un patteggiamento a due anni con la sospensione della pena e cinque imputati rinviati a giudizio con la prima udienza del processo in programma tra quasi un anno: l’8 aprile del 2026. I reati ipotizzati nei confronti dei presunti responsabili: duplice omicidio colposo e lesioni. L’inchiesta per la morte dei due operai nell’azienda Recoma di Sermoneta Scalo ieri mattina è arrivata in Tribunale con la sentenza emessa dal giudice Mara Mattioli nei confronti di uno degli imputati: Simone Danesin che ha scelto un rito alternativo. Era preposto del reparto svalvolamento dove è avvenuto l’incidente.
Nella tragedia avvenuta il pomeriggio del 17 marzo del 2023 erano morti Daniel Martini, 35 anni di Norma e Vadym Kachuryn, 33 anni di origine ucraina, entrambi dipendenti della Recoma; nell’incidente era rimasto gravemente ferito Diallo Maojou, dipendente della V.P. Equipment, un giovane originario della Nuova Guinea di 25 anni, residente a Sezze. Era finito in ospedale al Santa Maria Goretti di Latina a causa delle ferite riportate.
La causa - secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, dai pm Giuseppe Bontempo e Giuseppe Miliano - sarebbe riconducibile alla saturazione di ossigeno nel reparto dove stavano lavorando le vittime: da una scintilla si è sviluppato l’incendio. Gli operai erano morti a seguito dell’esplosione di una bombola. In base a quanto ipotizzato nel capo di imputazione non erano stati forniti ai lavoratori coinvolti nell’incidente: «gli adeguati dispositivi di protezione individuale, indumenti di sicurezza resistenti alle fiamme, necessari ad operare in sicurezza in presenza di ossigeno, durante le operazioni di svalvolamento (così come indicato nella scheda di sicurezza dell’ossigeno medicale) nonché durante l’utilizzo dell’avvitatore/svitatore “Vanzetti”, così come indicato nel libretto di uso e manutenzione».
E’ questo quanto riportato nelle carte dell’inchiesta. Ieri la pubblica accusa dopo aver ricostruito i fatti ha chiesto il processo per gli imputati mentre le difese hanno chiesto il non luogo a procedere. Al termine della camera di consiglio la decisione. Il gup ha disposto il rinvio a giudizio per l’amministratore delegato della Recoma Paolo Turchi, il Presidente del Cda della Recoma Natale Aprile, il responsabile del servizio di prevenzione e protezione Domenico Pennacchio, il dirigente della Recoma nonchè responsabile dell’impianto Alessandro Ciuffarella e infine ha letto il decreto che dispone il giudizio per Gianni Piemontesi, legale rappresentante Vp, srl, datore di lavoro del 25enne ferito.
Sono difesi dagli avvocati Luca Giudetti e Stefano Iucci. Erano state individuate quali parti offese per il gravissimo infortunio sul lavoro la mamma e la sorella di Daniel Martini e la mamma, la moglie e la figlia di 10 anni di Vadym Kachuryn, sono rappresentate dagli avvocati Dino e Ezio Lucchetti e Claudio Maria Cardarello. L’assicurazione della Recoma e le famiglie delle vittime erano in trattative per il risarcimento che è stato corrisposto e la costituzione di parte civile è stata ritirata.
Secondo quanto sostenuto dagli investigatori i tre operai coinvolti in realtà non dovevano trovarsi in quei locali in quanto non avevano ricevuto precedentemente un’adeguata formazione. Le indagini per ricostruire la dinamica della tragedia erano state condotte dai Carabinieri. Una ricostruzione che il collegio difensivo vuole smontare.
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