Il fatto
03.06.2025 - 10:39
È morto a causa delle gravissime ferite riportate nel violento impatto con l’auto che lo ha investito mentre stava attraversando sulle strisce pedonali. Il quadro lesivo era gravissimo. E’ questa la conclusione a cui è arrivato il medico legale nell’inchiesta sulla morte di Marco Ialleni, il meccanico di 62 anni di Latina, travolto da un’auto, guidata da una donna poi risultata ubriaca, mentre attraversava a piedi via Cavour all’altezza dell’incrocio con via Massimo D’Azeglio. L’incidente stradale era avvenuto la mattina del 15 novembre del 2024 pochi minuti dopo le 8. L’uomo era morto dopo due mesi di agonia all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina dove era ricoverato in condizioni gravissime. E’ stato il pubblico ministero Marina Marra, titolare del fascicolo, ad affidare l’incarico al medico legale Cristina Setacci che ha eseguito l’autopsia sul corpo dell’uomo.
Anche i familiari dell’uomo avevano nominato un consulente di parte, il medico legale Daniela Lucidi. Il 62enne è deceduto a seguito delle gravissime lesioni riportate nel violento impatto con la vettura condotta dalla donna, indagata per omicidio stradale, sulla scorta degli elementi raccolti dagli agenti della Polizia Locale che erano immediatamente intervenuti. Sul registro degli indagati era finita una 50enne di origine ucraina, T.M., queste le sue iniziali, residente a Latina. Era stata indagata per omicidio stradale con l’aggravante di essersi messa alla guida in stato di alterazione per il consumo di alcol.
In base a quanto è emerso Ialleni, il giorno della tragedia, era a piedi insieme ad uno dei suoi cani che si era salvato, quando era stato investito dalla Nissan Micra, i successivi elementi raccolti dalla Polizia avevano consentito di stabilire che la conducente del veicolo non aveva visto il pedone perché era al volante in stato di alterazione con un tasso alcolemico, superiore di cinque volte rispetto a quanto consentito.
In un primo momento Ialleni era stato portato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Maria Goretti e poi nel reparto di neurochirurgia.
Nonostante ogni tentativo di strapparlo alla morte per lui non c’era stato niente da fare. La scomparsa aveva suscitato grande cordoglio in città. «Un uomo che ha lasciato il segno con la sua bontà», avevano ricordato in tanti. Adesso dopo la consegna dell’esito dell’autopsia non è escluso anche che l’inchiesta si possa chiudere.
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