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Il caso

Abusi sessuali, ricorso al Tribunale del Riesame

Impugna l'ordinanza un indagato, arrestato insieme all'infermiera del Goretti

Abusi sessuali, ricorso al Tribunale del Riesame

Ricorso al Tribunale del Riesame di Roma da parte di una delle persone arrestate nei giorni scorsi nell’ambito dell’indagine che  ha portato in carcere un’infermiera dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina,  un uomo e una donna, entrambi residenti a Velletri. Il reato contestato è quello di violenza sessuale e gli investigatori ipotizzano anche la detenzione di materiale pedopornografico alla luce di quello che è stato ritrovato.    A presentare il ricorso avverso il provvedimento restrittivo firmato dal gip del Tribunale di Latina  Laura Morselli su richiesta del pubblico ministero inquirente  Marina Marra e del Procuratore Aggiunto Luigia Spinelli, è stato l’uomo che si trova detenuto in carcere. Il 44enne ha avuto una relazione con l’infermiera conosciuta mentre prestava servizio al Santa Maria Goretti.  
Nei prossimi giorni il ricorso sarà discusso davanti al Tribunale del Riesame di Roma. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Latina avevano portato all’arresto dei tre insospettabili, accusati di violenza sessuale aggravata e anche detenzione di materiale pedopornografico. In alcuni video che sono stati girati e che i tre indagati si sarebbero scambiati sul telefono cellulare, sarebbe stato ripreso anche un minore di 18 anni che figura dunque come parte offesa. Sul caso c’è massimo riserbo da parte degli investigatori.

L’arresto era scattato lo scorso 9 giugno e nel corso dell’inchiesta erano stati sequestrati anche gli apparati informatici durante le perquisizioni.
In base a quanto è emerso i filmati venivano scambiati tra gli indagati: l’infermiera, l’uomo con il quale ha avuto una relazione conosciuto qualche tempo fa in ospedale e un’altra donna.  Gli investigatori stanno vagliando il contenuto del materiale ritrovato sui telefoni e non è escluso anche che possa essere eseguita una perizia. La difesa dell’uomo di Velletri finito in carcere, ha impugnato l’ordinanza restrittiva puntando sulle esigenze cautelari. Subito dopo l’arresto nei confronti della donna era stata disposta dall’Azienda sanitaria locale la sospensione dal servizio con la riduzione dello stipendio del 50% e tra le ipotesi, alla luce delle condotte contestate, anche la risoluzione del contratto di lavoro e il licenziamento per la gravità delle condotte. 

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