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Giudiziaria

Rapina da Treccioni, nuovo ricorso di Coppola

Il 50enne ha impugnato il diniego. Fissata una nuova udienza

Rapina da Treccioni, nuovo ricorso di Coppola
Ha presentato un nuovo ricorso al Tribunale del Riesame di Roma la difesa di Paolo Coppola, 50 anni, di Latina, imputato e condannato in primo grado alla pena di otto anni e quattro mesi per la rapina nella gelateria Treccioni di Latina,  messa a segno nel settembre del 2023.
La difesa di Coppola -  rappresentata dall’avvocato Moreno Gullì - ha impugnato il diniego a seguito della richiesta di scarcerazione presentata dopo l’assoluzione in Corte d’Appello del complice:  Carlo Peluso, rimesso in libertà a seguito del pronunciamento dei giudici di secondo grado. Secondo i magistrati la posizione di Coppola è indipendente rispetto a quella di Peluso. In un primo momento era stata presentata un’istanza di una misura meno afflittiva e il Presidente del Collegio Penale del Tribunale di Latina Gian Luca Soana, aveva  respinto la richiesta. La difesa ha presentato un nuovo ricorso anche dopo la seconda richiesta di arresti domiciliari ed è stata respinta.
Lo scorso giugno il complice, Carlo Peluso, era stato assolto e a seguito di questa sentenza era stata presentata la richiesta di scarcerazione.
In base a quanto è emerso due uomini si erano presentati nella gelateria di viale Nervi a Palazzo di Vetro  in sella ad uno scooter Honda Sh risultato rubato, sequestrato il giorno dopo i fatti contestati a poca distanza dall’abitazione di Paolo Coppola.

Gli autori del colpo indossavano entrambi dei caschi. Nel corso del processo che si era concluso a Latina erano state ascoltate anche le dipendenti del negozio. «E’ entrata in gelateria una persona con il casco e mi ha fatto stendere a terra e ha strappato la cassa dove c’era l’incasso della giornata di 3mila euro», aveva raccontato una donna. In primo grado la condanna emessa nel gennaio del 2025 era stata di otto anni e quattro mesi.

L’inchiesta era stata condotta dal pubblico ministero Giorgia Orlando e il gip Mario La Rosa nell’ottobre del 2024 aveva accolto la richiesta emettendo un provvedimento restrittivo. 

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