Giudiziaria
26.08.2025 - 12:00
Chiusa l’inchiesta e chiesto il giudizio dalla Procura per i due imputati accusati di omicidio colposo per la morte di un operaio di origine bulgara, folgorato nel maggio del 2022 tra i filari in un campo fotovoltaico in via Astura a Borgo Sabotino, alle porte di Latina. A perdere la vita Boris Kandjikov, 36 anni, residente a Sermoneta Scalo: era deceduto per una violentissima scarica elettrica mentre era al lavoro e la morte era stata istantanea. Le indagini erano state condotte dai Carabinieri della Compagnia di Latina della Stazione di Borgo Sabotino insieme al personale dell’Ispettorato del Lavoro e agli ispettori della Asl. Erano stati i colleghi dell’uomo in apprensione perchè non avevano più sue notizie ad allertare i soccorsi perché il 36enne non rispondeva al telefono.
Sono due le persone che erano finite sotto inchiesta, tra cui il responsabile della società che aveva la manutenzione del centro fotovoltaico. I parenti dell’operaio sono assistiti dall’avvocato Fermina De Bonis. Secondo quanto è emerso al termine di tutti gli accertamenti, quando i due colleghi che lavoravano insieme a Boris hanno fatto la scoperta, l’impianto era scollegato. Anche da altri riscontri disposti dalla Procura proprio per ricostruire nel dettaglio i fatti, è emerso che la scarica elettrica è stata fortissima.
Agli atti dell’inchiesta anche una perizia disposta dal magistrato inquirente, il pubblico ministero Giuseppe Bontempo. L’uomo viveva a Sermoneta insieme alla sorella. Il magistrato inquirente aveva disposto l’autopsia sul corpo dell’uomo, era stata la Procura a disporre l’autopsia eseguita dal medico legale Cristina Setacci.
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