Il caso
31.08.2025 - 07:30
Non sono bastati gli sforzi di soccorritori e operatori sanitari dell’ospedale Santa Maria Goretti per salvare la vita all’adolescente di Latina precipitata, venerdì pomeriggio, dal quinto piano del palazzo dove abitava con la propria famiglia. Sedici anni ancora da compiere, le sue condizioni erano considerate critiche già nel pomeriggio: arrivata in pronto soccorso in arresto cardiaco, quindi rianimata e sottoposta a un lungo intervento chirurgico, si era aggravata nella tarda serata di venerdì, quando medici e infermieri della Rianimazione si sono dovuti arrendere a una condizione irreparabile, constatando il decesso nel corso della nottata di ieri. Esalando l’ultimo respiro, la giovane ha portato con sé tutte le inquietudini che l’hanno portata a consumare il gesto estremo.
Perché non sembrano esserci dubbi sulla natura del tragico volo dal balcone dell’appartamento che affaccia su via Don Luigi Sturzo: per ora non sono stati trovati elementi utili a fornire una spiegazione inequivocabile di quanto è accaduto, ma la dinamica della caduta sembra rivelare indirettamente la volontarietà del gesto. In ogni caso sull’episodio sono in corso gli approfondimenti investigativi della Polizia necessari a chiarire quanti più aspetti possibili del contesto nel quale si è consumata la tragedia.
La delusione per la seconda bocciatura agli esami di riparazione sembra l’ipotesi più concreta, forse l’unica, in un contesto di pressione che evidentemente nessuno aveva percepito, o comunque non aveva interpretato come un campanello d’allarme. In questi giorni i poliziotti della Squadra Mobile hanno ascoltato una serie di persone, a partire dai familiari della ragazza, e hanno sequestrato il suo smartphone: sarà necessaria una consulenza tecnica per analizzare il contenuto del telefono, in cerca di messaggi o qualsiasi altra informazione utile a capire cos’è successo prima del tragico volo. Ovvero se qualche circostanza o qualcuno hanno condizionato lo stato d’animo della studentessa, perché l’ipotesi di reato attorno alla quale sono state avviate le indagini è l’istigazione al suicidio.
Inoltre gli investigatori dovranno chiarire le modalità con le quali era stato comunicato alla famiglia, o alla diretta interessata, l’esito dell’esame che aveva sostenuto per colmare le lacune in due materie. Intanto la salma della giovane è rimasta nella camera mortuaria dell’ospedale “Goretti” a disposizione dell’autorità giudiziaria. Nei prossimi giorni infatti il pubblico ministero titolare dell’inchiesta affiderà l’incarico a un medico legale per l’esame autoptico di rito.
La vicenda ha scosso la comunità latinense e non solo, a partire dal mondo della scuola. Il dirigente scolastico del liceo Ettore Majorana che la ragazza frequentava, Domenico Aversano, contattato telefonicamente, ha preferito mantenere un rispettoso silenzio sulla vicenda, limitandosi a dire: «Non me la sento di rilasciare alcuna dichiarazione. Siamo tutti devastati per quello che è successo».
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