È arrivata una svolta nelle indagini che le forze di polizia stanno portando avanti per fare luce sui traffici illeciti e sulle tensioni che hanno prodotto una serie di scontri tra le fazioni di giovani emergenti della criminalità latinense, culminati nei quattro attentati esplosivi consumati nel giro di dieci giorni all’inizio di settembre. Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Latina hanno arrestato infatti uno dei fratelli ventenni ritenuti i promotori e i gestori della piazza di spaccio all’interno del complesso delle case popolari dei palazzi “Arlecchino”. Al termine di un’indagine lampo iniziata la scorsa estate, la Procura di Latina ha chiesto l’applicazione della custodia cautelare in carcere per il giovane, assistito dall’avvocato Massimo Frisetti, disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina ed eseguita ieri dai poliziotti.
Sull’operazione di ieri non sono ancora state diramate notizie ufficiali, ma stando a quanto è trapelato nell’immediatezza dell’arresto il ventenne è indiziato dei reati di estorsione e atti persecutori ai danni di un ragazzo di 25 anni con il quale, in passato, aveva avuto affari in comune. La parte offesa sarebbe il titolare di una società di noleggio attraverso la quale, prima che i rapporti tra loro iniziassero a incrinarsi, il sodalizio criminale reperiva le vetture in locazione per gli spostamenti dei personaggi di spicco e per le attività illecite connesse allo spaccio di droga. La scorsa estate, stando agli effetti dell’indagine della Polizia, il ventenne finito in manette avrebbe preteso una somma di denaro dal venticinquenne e avrebbe compiuto una serie di azioni di forza per convincerlo a pagare, come aggressioni fisiche e gravi minacce, fino a configurare appunto lo stalking.
Un episodio non secondario, questo, perché farebbe parte di una serie di ritorsioni che i giovani emergenti dei palazzi “Arlecchino” avrebbero compiuto nei mesi scorsi, alimentando le tensioni con una serie di sodalizi contrapposti al loro. Insomma, una serie di azioni di forza a suon di pestaggi e minacce con le pistole in pugno, probabilmente anche sparatorie, in buona parte sottaciuti dalle vittime, che hanno infiammato i rapporti tra fazioni diventate concorrenti tra loro in breve tempo. Episodi come questo che hanno portato all’arresto del ventenne, sono quindi gli antefatti tra i quali gli investigatori della Polizia cercano il movente che si nasconde dietro gli attentati esplosivi di settembre, il primo dei quali è stato un chiaro sgarro contro i capi della piazza di spaccio delle “Arlecchino”.