La storia
10.11.2025 - 17:30
C’è una firma pontina dietro i più recenti progressi nella cura dell’idrosadenite suppurativa, una malattia infiammatoria cronica della pelle complessa e invalidante. A contribuire all’avanzamento delle terapie biologiche è la professoressa Nevena Skroza, specialista in Dermato-Venereologia presso la Sapienza Università di Roma – Polo Pontino, punto di riferimento per la ricerca dermatologica del Lazio.
L’idrosadenite, chiamata anche “acne inversa”, è una patologia dolorosa che colpisce circa 60mila persone nella Regione, in gran parte giovani adulti. Noduli, ascessi e cicatrici rendono difficile la vita quotidiana dei pazienti, spesso costretti a convivere con dolori fisici, disagi psicologici e isolamento sociale. Diagnosi tardive e recidive frequenti aggravano una condizione che, per anni, ha avuto poche risposte terapeutiche.
Oggi, però, la ricerca sta offrendo nuove speranze. Tra le novità più rilevanti c’è secukinumab, un anticorpo monoclonale capace di bloccare l’interleuchina 17A, la molecola infiammatoria centrale nel meccanismo della malattia. Il farmaco, da poco inserito nel Prontuario Terapeutico della Regione Lazio e rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale, rappresenta un passo importante verso un trattamento più mirato e personalizzato.
«L’idrosadenite suppurativa oggi viene curata secondo un algoritmo terapeutico che, a seconda della fase e della gravità della malattia, prevede l'uso di antibiotici topici o sistemici e di farmaci cosiddetti biologici o biotecnologici, nonché l’approccio chirurgico quando necessario. Da otto anni a questa parte sono in uso gli anticorpi anti-TNFalfa, ma ultimamente da qualche mese abbiamo anche la possibilità di utilizzare un anticorpo anti-interleuchina 17 A, che blocca la principale citochina pro infiammatoria alla base della malattia bloccando l'infiammazione», spiega la professoressa Nevena Skroza, specialista in Dermato-Venereologia alla Sapienza Università di Roma - Polo Pontino. «La scelta terapeutica deve tuttavia essere valutata considerando non soltanto la gravità clinica, ma soprattutto la qualità di vita che nel paziente affetto da idrosadenite suppurativa è abbastanza compromessa».
Le parole della docente e ricercatrice del Polo Pontino sottolineano il ruolo sempre più centrale della dermatologia di Latina all’interno della rete universitaria e ospedaliera nazionale, in un campo dove la collaborazione tra medici e centri di riferimento è essenziale.
Accanto alla componente farmacologica, la chiave resta la diagnosi precoce e l’accesso tempestivo a centri specializzati.
«Il nostro obiettivo non è solo curare la malattia, ma anche restituire dignità e qualità di vita ai pazienti. La chiave è un approccio personalizzato e multidisciplinare per il singolo paziente, che unisce terapie innovative, supporto specialistico e ascolto», spiega il dottor Luca Fania, dirigente medico dell’IDI e docente presso la Link Campus Università di Roma. «Presso l’IDI – Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma – è attivo da quasi 10 anni un ambulatorio dedicato esclusivamente a questa patologia, che oggi segue oltre 1000 pazienti, rappresentando un punto di riferimento nazionale. L’esperienza maturata dimostra come sia possibile superare l’isolamento e offrire nuove prospettive a chi convive con l’idrosadenite suppurativa con una presa in carico condivisa».
L’esperienza congiunta dei centri specialistici come quello del Polo Pontino della Sapienza e dell’IDI dimostra quanto la sinergia tra ricerca, clinica e ascolto del paziente sia oggi la strada maestra per affrontare malattie croniche complesse.
L’idrosadenite suppurativa, infatti, richiede un approccio multidisciplinare, in cui dermatologi, nutrizionisti, psicologi, chirurghi, terapisti del dolore e infermieri lavorano insieme per garantire un’assistenza completa.
La firma pontina nella ricerca e nella pratica clinica rappresenta un motivo d’orgoglio per il territorio di Latina, che con la presenza del Polo Pontino della Sapienza si conferma punto di riferimento per la dermatologia nazionale, capace di unire innovazione scientifica e attenzione alla persona.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione