Il fatto
14.11.2025 - 11:46
Nel 2020 Guido Mellucci fu beccato a trafficare documenti per i permessi di soggiorno, in particolare i contratti di affitto di lavoratori indiani, il tutto per fatti antecedenti, iniziati nel 2018. Ieri è cominciato un processo che muove accuse nello stesso ambito, ossia le richieste di ingresso in Italia per motivi di lavoro ma senza un reale contratto. Insomma la «consolidata» prassi sulle finte istanze nel decreto flussi, per le quali sono in piedi davanti al Tribunale di Latina pluriumi procedimenti. Nel dibattimento iniziato ieri a carico di Guido Mellucci è imputato anche un commercialista, Edoardo Gaspardis. La Procura contesta che le istanze di assunzione in base al decreto flussi furono inoltrate al Ministero dell’Interno all’insaputa delle imprese che risultavano, invece, negli atti.
Gaspardis, difeso dall’avvocato Amleto Coronella, è accusato di truffa e sostituzione di persona poiché, appunto, avrebbe inoltrato le domande a nome di ignari imprenditori agricoli di Latina e Pontinia, mentre per Mellucci l’accusa è di esercizio abusivo della professione. Ieri mattina si è tenuta la prima udienza, nel corso della quale sono state ammesse le prove presentate dalle parti e la lista dei testimoni; i primi, della pubblica accusa, saranno ascoltati nell’udienza fissata per il prossimo mese di marzo. La contestata truffa si è consumata, per la Procura, in danno dell’Inps e del Ministero dell’Interno, che autorizzò gli ingressi di lavoratori che in realtà non servivano e che poi diventarono, nei fatti, clandestini.
La beffa ai danni del Ministero e per esso dello Sportello Unico per l’Immigrazione avveniva su base cartacea, ossia al momento della presentazione della domanda di ingresso per lavoro stagionale con le credenziali di aziende che non sapevano nulla. Le domande venivano inoltrate on line e i lavoratori stranieri una volta giunti in Italia, avendo pagato ai mediatori decine di migliaia di euro, capivano che un lavoro per loro non c’era e che si trovano senza permesso in territorio europeo, con il rischio di essere espulsi o di subire pesanti conseguenze. L’Inps invece fu truffata con la presentazione di richieste perché sempre il commercialista avrebbe messo in piedi finti contratti di lavoro e finte interruzioni per accedere all’assegno di disoccupazione che spetta per legge ai lavoratori agricoli stagionali. Una montagna di carte false.
Nessuno dei due enti però si è costituito nel processo mentre è stata ammessa quale parte civile una delle aziende che formalmente risulta aver richiesto i lavoratori stranieri, per essa l’amministratore unico. Per quanto riguarda Mellucci l’ipotesi di reato deriva da un ruolo ancora più «fantasioso»: l’imputato si sarebbe presentato presso lo sportello Sui di Latina dichiarando di essere un avvocato e che era lì per assistere i lavoratori ma lo stesso non risulta iscritto all’albo, di qui la contestazione dell’esercizio abusivo della professione legale. I fatti oggetto di questo processo sono successivi a quelli già contestati nel maggio del 2020, quando Mellucci fu tra i principali indagati dell’operazione che accertò un altro vasto giro di permessi truccati, e dimostra che l’attività illegale attorno all’ingresso di lavoratori stranieri, in fondo, non si interruppe nemmeno dopo le misure restrittive applicate dallo stesso Tribunale di Latina, e, anzi, andò avanti con modalità diverse fino al 2021.
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