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Il fatto

Carcere confermato per gli aguzzini della giovane costretta a prostituirsi

Comparsi davanti al giudice per l'interrogatorio, i due romeni si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Convalidati i fermi della polizia

Carcere confermato per gli aguzzini della giovane costretta a prostituirsi

Non parlano i due romeni, un uomo e una donna, indiziati di avere portato una minorenne loro connazionale in Italia dal paese d’origine, per costringerla a prostituirsi nel capoluogo pontino e sottoporsi a scatti fotografici a sfondo sessuale per pubblicare gli annunci online sui siti d’incontri. I due indagati sono comparsi ieri davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, ma hanno scelto la strategia del silenzio: entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Un atteggiamento che non ha risparmiato loro la permanenza in carcere, perché il giudice ha convalidato i fermi e disposto per entrambi la custodia cautelare dietro le sbarre, sulla base del quadro indiziario prospettato dalla Procura sulla base delle investigazioni lampo della Polizia.

L’inchiesta choc era scattata quando la giovane vittima era riuscita a scappare dall’appartamento dove veniva costretta a concedersi ai clienti, raggiungendo la stazione ferroviaria. Da lì aveva potuto chiedere aiuto tramite il Consolato Generale di Romania. Quindi  il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia aveva subito informato la Questura. E sulla base del racconto fornito dalla ragazza, i poliziotti di Squadra Mobile e Squadra Volante avevano avviato i primi riscontri che hanno permesso di individuare sia l’abitazione dov’era stata segregata la vittima, che la coppia indiziata dei reati, aggravati dalla minore età della parte offesa, di sequestro di persona, riduzione in schiavitù, tratta di persone, induzione e favoreggiamento alla prostituzione, stato di incapacità procurato mediate violenza e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti.
Era emerso quindi che la giovane era stata attirata in una vera e propria trappola attraverso un annuncio online.

Era stata contattata dai due in Romania con la promessa di un posto di lavoro, ma con la scusa di cambiare città era stata portata in Italia. Durante il viaggio infatti le avevano offerto delle sigarette che, molto probabilmente, avevano un effetto sedativo, perché la giovane aveva perso conoscenza e si era risvegliata solo dopo avere attraversato il confine. Quindi nel nostro Paese era iniziato l’incubo. «La vittima sarebbe stata privata dei documenti e del telefono, e sarebbe stata costretta a prostituirsi sotto la minaccia di gravi ritorsioni e indotta a scattare foto di contenuto pornografico, poi diffuse su siti dedicati agli incontri - spiegava la Questura attraverso una nota - La giovane ha dichiarato di essere stata continuamente monitorata dai suoi presunti aguzzini, che le avrebbero impedito ogni contatto con l’esterno».

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