Il fatto
30.12.2025 - 07:30
L’accusa nei confronti del 15enne che la notte di Santo Stefano ha accoltellato Bruno Petrone, 18enne di Minturno, è di porto abusivo di arma, di tentato omicidio con l’aggravante della premeditazione. Ciò è quanto ipotizza la Procura di Napoli, la cui inchiesta è condotta dal pm Claudia De Luca, sotto il coordinamento della procuratrice Patrizia Imperato.
Quanto avvenuto in via Bisignano a Napoli, secondo gli inquirenti non sarebbe stata un’aggressione improvvisata, ma una spedizione punitiva premeditata, in quanto il 15enne che ha confessato di essere stato lui l’autore del ferimento, aveva acquistato un coltello a farfalla in un’armeria della città partenopea, dopo una discussione che ci sarebbe stata qualche giorno prima. Un coltello che il minorenne portava con sè e che ha utilizzato non appena ha incontrato il Petrone, che stava passeggiando tranquillamente con i suoi amici. Domattina è previsto l’interrogatorio di garanzia per lui e per gli altri tre minori in cella dinanzi al gip del Tribunale dei minorenni. Il quinto componente del “commando” punitivo.
Il minorenne dopo un lungo interrogatorio davanti ai Carabinieri si è detto dispiaciuto di quanto avvenuto, che non trovano alcuna giustificazione al grave atto compiuto. <Avevamo litigato una settimana fa- ha riferito agli inquirenti- sempre nella stessa zona e quella sera ci siamo incontrati per caso>. L’autore dell’accoltellamento non ha precedenti ed è figlio di una commerciante e di un tecnico di laboratorio. Ma dopo quella discussione di una settimana prima, il giovanissimo covava del rancore che l’ha portato prima ad acquistare il coltello per poi utilizzarlo alla prima occasione.
A differenza di quanto emerso nei giorni scorsi, secondo il referto medico, le ferite sono quattro e precisamente al fianco sinistro, all’emitorace sinistro, alla mano sinistra e al gluteo destro. Intanto giungono notizie positive dall’ospedale San Paolo di Napoli, dove è ricoverato il giovane calciatore dell’Angri. Accanto a lui la madre Dora, che l’altra notte ha ricevuto la telefonata del drammatico agguato di cui era rimasto vittima il figlio. A breve Bruno potrebbe lasciare la rianimazione, in quanto i miglioramenti sono costanti, pur se i medici hanno dovuto asportargli la milza. Intanto i suoi compagni di squadra dell’Angri si sono recati in ospedale a trovarlo e ciò ha reso felicissimo Bruno, che spera di poter tornare al più presto a calcare i campi di calcio.
A rendere meno dolorosa il suo ricovero il fantasista dell’Angri è giunto anche un messaggio della società del Napoli, squadra del cuore di Bruno. «Forza Bruno Petrone- recitava il messaggio di incoraggiamento del club del presidente De Laurentis- siamo con te!». Un bel messaggio per un ragazzo tranquillo ed educato, che studiava e giocava a calcio, sport che amava e che, grazie alle sue qualità tecniche, lo aveva fatto salire agli onori della cronaca con l’esordio in serie C nelle file del Sorrento a soli sedici anni.
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