La sceneggiatura di un film dell'orrore sarebbe stata meno truculenta, e soprattutto meno irrispettosa nei confronti di una morta e del lutto patito dal figlio.
Stavolta non siamo nell'Atene tanto cara al sindaco Coletta, siamo nella Latina congeniale all'assessore Ciccarelli, che guida una struttura capace di lasciare per sei giorni il cadavere di una donna defunta nel letto di un'abitazione in un condominio.

La signora, da tempo invalidata da un ictus, esala l'ultimo respiro venerdì sera 31 marzo nella sua abitazione di via Sezze; il figlio che vive con lei, un 47enne disoccupato, chiama immediatamente il 118, per sentirsi dire che non possono intervenire in un caso del genere; poi il 112, che gli suggerisce di rivolgersi alla Guardia Medica; poi chiama la Guardia Medica, e finalmente arriva un medico per la constatazione di morte. Con quello arriva anche il medico di famiglia della defunta, che accerta il decesso e cerca di consolare il figlio. Sabato mattina, Ettore, si chiama così, suona all'ingresso del Comando della Polizia Locale, a due passi da casa, qualcuno apre e lui manifesta il proprio disagio: «Non so come fare per il funerale di mia madre. Non abbiamo niente, non ho soldi». Il vigile che lo ascolta si assicura che in vita la signora sia stata assistita dai Servizi Sociali, e invita il signor Ettore a rivolgersi a loro.

L'uomo compone il numero del cellulare di un'assistente sociale; gli rispondono, ma si sente dire che nel fine settimana gli uffici comunali sono chiusi, e che dovrà tenere duro fino al lunedì successivo. Lunedì mattina di buon'ora Ettore è ai Servizi Sociali, dove gli assicurano che avvertiranno immediatamente l'assessore e intanto lo dirottano al Segretariato Sociale, ai piani alti del palazzo Pegasol. «Mi hanno fatto riempire un sacco di moduli - racconta Ettore - Poi mi hanno congedato assicurandomi che si sarebbe fatto vivo qualcuno». I primi a farsi vivi, il giorno successivo, martedì, sono stati i Vigili Urbani, che convocano Ettore al Comando trattenendolo a lungo per dirgli che sarebbero andati a casa per una constatazione preliminare all'avvio della pratica di trasferimento della salma. Ma fino a ieri sera, mercoledì, nessun vigile urbano si è presentato nell'abitazione di via Sezze. 

Ci sono volute 120 ore perché qualcuno, tra diverse istituzioni più o meno deputate a provvedere, si degnasse di avere pietà o compassione del cadavere di una nostra concittadina lasciata su un letto alla mercé dell'inevitabile corso della decomposizione.