I giudici della Corte di Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal pm Giuseppe Miliano per l'operazione Olimpia nei confronti del parlamentare pontino Pasquale Maietta. In aula il procuratore generale aveva chiesto l'accoglimento del ricorso del magistrato inquirente mentre la difesa aveva sostenuto l'infondatezza delle accuse contestate. Al termine della camera di consiglio i giudici hanno sciolto la riserva, dichiarando inammissibile il ricorso.

Si è discusso per circa un'ora del ricorso presentato dal sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe Miliano contro l'ordinanza del Tribunale del Riesame che aveva annullato il provvedimento con il quale il Gip Mara Mattioli aveva chiesto l'autorizzazione all'arresto dell'onorevole Pasquale Maietta nell'ambito dell'inchiesta Olimpia. Ieri mattina di fronte ai giudici della sesta sezione della Corte di Cassazione, il procuratore generale ha sostenuto le tesi espresse dal pubblico ministero Miliano, chiedendo l'annullamento dell'ordinanza del Riesame e il rinvio ad un altro collegio. Forte di una memoria di ottanta pagine già depositata agli atti, la difesa del deputato pontino di Fratelli d'Italia, rappresentata dagli avvocati Leonardo Palombi e Filippo Dinacci, si è battuta sostenendo le tesi della inammissibilità e della infondatezza del ricorso, ritenuto aspecifico, cioè troppo generico e poco argomentato.
Il Riesame aveva ritenuto sussistente l'ipotesi dell'associazione per delinquere contestata al parlamentare, ma aveva escluso vi fossero le esigenze cautelari. Un terreno quest'ultimo su cui anche i difensori hanno avuto gioco facile nella discussione di ieri, sostenendo che l'amministrazione in cui sarebbero maturate le condotte illecite non c'è più da circa due anni, e Maietta non è più presidente della società di calcio che avrebbe tratto benefici da quelle stesse condotte. Il capo in questione è quello relativo al vincolo associativo e che riguarda i rapporti tra l'amministrazione comunale guidata all'epoca dei fatti da Giovanni Di Giorgi e la società Latina Calcio destinati a far conseguire illeciti vantaggi di natura patrimoniale e non alla società. Tra gli episodi contestati anche l'ampliamento della gradinata centrale, i lavori di rifacimento del manto erboso della ex Fulgorcavi e anche per la distrazione di 400mila euro per i lavori di ampliamento dello Stadio Domenico Francioni.

di: La Redazione