La vittima conosceva la donna romena, fermata nell'inchiesta sull'omicidio di Umberto Esposito, da diverso tempo. E' quello che emerge nell'inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina insieme ai colleghi della Compagnia di Latina e di Terracina che hanno risolto il caso della morte di Umberto Esposito, il sarto di 81 anni scomparso lo scorso 15 marzo e poi ritrovato senza vita alcuni giorni dopo nelle campagne di La Fiora, alla periferia di Terracina. Gli investigatori questa mattina hanno eseguito due perquisizione e hanno notificato ad un imbianchino di Fondi un incensurato di 35 anni il decreto di fermo, oltre che a lui anche alla compagna una donna romena di 24 anni. Nell'inchiesta è emerso che la coppia avrebbe tentato di incassare anche degli assegni che aveva Esposito e poi di aver utilizzato il bancomat della vittima per spese di circa 2mila euro.

LA SEGNALAZIONE DOPO LA SCOMPARSA Le indagini sono state intraprese il 15 marzo a seguito della segnalazione di allontanamento da parte dei familiari dell' 82enne il quale il giorno prima  si era recato a Latina e non aveva fatto più rientro a casa. Il cadavere dell'anziano è stato rinvenuto rinvenuto dieci giorni dopo, incappucciato ed imbavagliato, presso in località La Fiora del comune di Terracina. Già dai primi accertamenti si aveva modo di acclarare che la vicenda presentava profili di particolare complessità, per cui oltre all'attivazione delle previste procedure per la ricerca di persone scomparse, veniva predisposto un articolato dispositivo investigativo, costituito dai carabinieri del Nucleo Investigativo e della compagnia di Latina, che consentiva di raccogliere circostanziati elementi di colpevolezza nei confronti dei due indagati e ricostruire le varie fasi dei delitti per cui si procede.

LE INDAGINI E I PRIMI RISCONTRI Già da una prima ricostruzione circa gli spostamenti della vittima, i carabinieri avevano accertato che l'anziano si era incontrato a Latina con i due fermati, una donna 24enne di origini rumene ed il convivente, un italiano 35enne di Fondi. In tale circostanza i due indagati avevano sequestrato l'anziano imprenditore, verosimilmente dopo averlo sedato con dei sonniferi, trasportandolo in un luogo, ove è stato trattenuto contro la sua volontà sino al momento della morte. I due quindi si erano appropriati di due bancomat, una carta di credito ed il libretto degli assegni che l'anziano aveva con sè, e nei giorni 14 e 15 marzo avevano effettuato vari prelievi presso ATM di Latina ed acquisti presso un centro commerciale di Formia utilizzando i predetti strumenti di accesso al credito;

 LA PISTA DEI SOLDI successivamente i due indagati avevano versato presso una banca di Fondi due assegni dell'importo di 25.000,00 euro cadauno, estratti dal carnet sottratto alla vittima falsificandone la firma e gli altri elementi distintivi. La negoziazione non era andata a buon fine in quanto la banca ove era radicato il conto della ditta gestita dall'anziano imprenditore li aveva respinti avendo rilevato delle irregolarità nella compilazione;

-       verosimilmente nella giornata del 22 marzo sopravveniva la morte della vittima per asfissia meccanica violenta. A quel punto gli indagati, avendo realizzato che era fallito il piano per attingere ulteriormente alle finanze dell'anziano imprenditore, si erano disfatti del cadavere.

Agli indagati sono stati contestati i reati di sequestro di persona, omicidio, rapina, falsificazione di titoli di credito ed indebita utilizzazione di carte di credito e di pagamento.

Nel corso dell'operazione sono state sequestrate le abitazioni, i locali e le autovetture nella disponibilità dei fermati, sui quali verranno disposti accertamenti tecnici.

L'uomo è stato associato presso la Casa Circondariale di Latina, mentre la donna è stata tradotta presso quella di Roma - Rebibbia.