Compra un'auto usata da una concessionaria, la paga con una finanziaria, la restituisce perché dopo oltre sei mesi ancora non arriva il certificato del passaggio di proprietà e oggi si ritrova con la casa dell'ex marito pignorata. L'incredibile storia è capitata a una donna straniera che, all'epoca dei fatti, era sposata con un uomo di Sezze. L'acquisto risale al 2008, quando il marito si intestò la finanziaria per comprare una Renault Twingo usata, per una cifra di 2.250 euro. Nei mesi successivi, più volte si è recata dal concessionario per ricevere i documenti definitivi dell'avvenuto passaggio di proprietà; ogni volta una scusa diversa e, dopo i primi sei mesi, una proroga del foglio sostitutivo di qualche mese ancora, fino a quando, lo stesso venditore, le propose di restituire quell'auto e passarne a prendere un'altra, con i documenti in regola, pochi giorni dopo. In quel periodo, però, la donna trovò l'attività chiusa e sigillata per fallimento. Con l'amaro in bocca e la sensazione della truffa appena patita, i due coniugi tornarono a casa ignari che fosse solo l'inizio di un calvario. Mesi dopo, ricevono nella loro casa di via Carizia una lettera del curatore fallimentare della società; viene richiesto il pagamento della vettura. I coniugi, forti dei bollettini di avvenuto pagamento e del certificato di estinzione del prestito emesso dalla finanziaria, attendono fiduciosi il procedimento, ma il Giudice di Pace nel dicembre 2015 li condanna al pagamento di quei 2.250 euro, più spese accessorie, fino a un totale di circa 5mila euro. Il curatore fallimentare impugna la sentenza e denuncia l'uomo cui è tutto intestato. La donna fa ricorso, e l'udienza viene fissata al prossimo 17 maggio 2017. I due, intanto, si sono separati, ma nei giorni scorsi l'uomo, che vive nella casa con i due figli, si è visto notificare il pignoramento della stessa, del terreno adiacente e pure dei frutti del frutteto in esso coltivato, con il rischio che il tutto possa andare all'asta prima del suo appello in Tribunale.