Tornano a parlare di orari e di corse i comitati dei pendolari che hanno firmato una nota congiunta da parte di comitati di: Monte San Biagio, Minturno-Scauri, Itri, Priverno, Terracina,Sezze Romano e Pomezia. "Rischiano  -si legge nella nota -  di andare in fumo mesi di difficili interlocuzioni tese a trovare le giuste soluzioni a disagi di questo orario vigente! L'allarme è lanciato dal coordinamento dei comitati della linea FL7 dopo la pubblicazione del nuovo orario treni nei sistemi informativi di Trenitalia e i troppi rinvii che la Regione fa alla richiesta di incontro con i comitati stessi, elementi che nel loro assieme, secondo le rappresentanze dei pendolari, mettono in dubbio la reale volontà di Regione, Trenitalia e RFI nel dare esecuzione alle richieste di miglioramento degli orari introdotti a marzo"
Quell'orario, sottolineano i comitati, "fu introdotto come sperimentale nel tentativo di dare risoluzione a una serie di problemi che si erano originati con le modifiche precedenti e con l'impegno da parte della Regione e di Trenitalia di apportarvi gli aggiustamenti rilevati e segnalati anche in collaborazione con i pendolari nel corso del suo periodo di applicazione.
Negli incontri che si sono succeduti in questo ultimo mese con l'Assessorato alla Mobilità presieduto da Michele Civita, la Regione ha effettivamente convenuto con il coordinamento dei comitati le modifiche da attuare a partire dal nuovo orario del 11 giugno. Nonostante però le rassicurazione date sulla loro introduzione, visto l'avvicinarsi della data di attivazione del nuovo orario e l'assenza di evidenze concrete, cresce nei pendolari la preoccupazione che la Regione non abbia la capacità o la volontà di portare a termine gli impegni presi esercitando il suo ruolo di committente, col rischio che si vanifichi un lungo e faticoso lavoro di mediazione dei comitati ma soprattutto calpestando il diritto dei pendolari ad avere una adeguata mobilità rispettosa delle proprie esigenze e non soggetta a quelle organizzative di Trenitalia, ritenute evidentemente più importanti. Certo è, concludono i comitati, che questo abbandono da parte dell'istituzione rappresenta una scelta politica di dubbia approvazione da parte dei cittadini che rimarrà nella memoria storica di quanti hanno vissuto con fiducia questo cammino ravvicinato tra istituzione e cittadinanza".