Le indagini da quella maledetta notte dell'11 giugno 2015 non si erano mai fermate. La notte in cui  Skrzyniarz Rafal Sebastian, cittadino polacco all'epoca dei fatti 26enne fu rapinato. Morì circa un anno dopo il 7 maggio in seguito alle gravissime lesioni riportate. Questa mattina sono state arrestate per rapina aggravata, sequestro di persona e omicidio le persone che hanno portato alla morte il 26enne. Si tratta di 

 

-        AMORE Mario, nato a Napoli il 20.04.71 (custodia cautelare in carcere);

-        GARGIULO Alessandro, nato a Napoli il 13.08.76 (custodia cautelare in carcere);

-        MINICHINI Vincenzo, nato a Napoli il 18.07.85 (custodia cautelare in carcere);

-        ZINNO Luigi, nato a Napoli il 19/11/1976, pregiudicato(arresti domiciliari).

 

Le indagini, avviate da questa Squadra Mobile sin dall'immediatezza dei fatti, permettevano di stabilire, anche con l'ausilio di immagini dei sistemi di videosorveglianza, che l'autotrasportatore Rafal Sebastian quella notte veniva aggredito da un commando composto da almeno 5 malviventi, mentre si trovava a dormire all'interno della cabina dell'autoarticolato da lui condotto, nel parcheggio esterno della ditta "Eurotire Srl", presso la quale doveva consegnare 1600 pneumatici nuovi.

Poco dopo, tre malviventi si allontanavano a bordo di un'utilitaria di colore scuro, seguiti a breve distanza dall'autoarticolato carico di pneumatici, a bordo del quale erano rimasti due complici che avevano preso in ostaggio il conducente polacco. Quest'ultimo, a seguito di segnalazione pervenuta alla sala operativa della polizia da un automobilista in transito, veniva rinvenuto esanime da personale della Squadra Volante sul ciglio della strada all'altezza del Km. 63,760 della Via Appia, con il volto ricoperto di sangue. Il personale sanitario del 118 intervenuto sul posto provvedeva a trasportare il ferito presso il locale nosocomio, ove veniva ricoverato in stato di coma presso il reparto terapia intensiva.

L'autoarticolato, ancora carico di pneumatici, veniva poco dopo rinvenuto in stato di abbandono con le portiere aperte, all'incrocio semaforico posto al Km. 65.300 della via Appia.Nel corso dell'accurato sopralluogo eseguito congiuntamente al personale del locale Gabinetto di Polizia Scientifica, venivano rinvenuti lungo il tragitto alcuni reperti ritenuti di interesse per le indagini, verosimilmente appena abbandonati poiché privi di residui polverosi, pertanto opportunamente repertati e sottoposti a sequestro.

Ulteriori accertamenti di natura scientifica venivano effettuati sia all'esterno che nell'abitacolo della cabina dell'autoarticolato. Nell'ambito degli approfondimenti investigativi veniva avviata un'articolata e complessa attività di analisi di tutte le tracce elettroniche della zona, al fine di risalire agli autori del reato.

Nel frattempo  Rafal Sebastian rimaneva ricoverato in stato comatoso presso strutture ospedaliere italiane e poi trasferito in Polonia, dove poi morì. Gli ulteriori accertamenti derivanti dallo screening portavano all'individuazione di un nutrito gruppo di pregiudicati, tutti provenienti dal quartiere "Barra" di Napoli, tuttora operante nell'intero territorio nazionale, specializzati nella commissione di rapine e/o furti in danno di autotrasportatori stranieri. Le analisi comparative eseguite tra i profili genetici tipizzati dalle tracce biologiche repertate dalla Polizia Scientifica sulla cabina dell'autoarticolato e dalle tracce biologiche presenti sugli indumenti sequestrati, con quelli riconducibili ai pregiudicati partenopei attenzionati, consentiva di ricondurli agli odierni arrestati. Tali importantissime risultanze scientifiche, corroborate dagli esiti dell'analisi delle citate tracce elettroniche e ulteriori elementi emersi nel corso delle indagini, hanno fatto emergere inequivocabili elementi di reità a carico di AMORE Mario, MINICHINI Vincenzo, GARGIULO Alessandro e ZINNO Luigi in ordine alla rapina, sequestro di persona ed al conseguente omicidio in danno di SKRZYNIARZ Rafal Sebastian, determinando il competente Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari a concordare con la tesi investigativa e ad emettere, di conseguenza, le quattro misure restrittive.