Una amministrazione che utilizza parte dei progetti di una associazione che risponde ad un avviso pubblico, con quelle idee ottiene i finanziamenti ma poi dimentica quel soggetto come partner di quel percorso procedendo per la sua strada. Il contenzioso è già dietro l'angolo ed una grossa tegola rischia di cadere sull'iter di incameramento dei fondi ministeriali per il bando delle periferie, il pacchetto "d'oro" dei 18 milioni che deve aprire le porte ad un nuovo sviluppo della città. La nota stonata arriva da una diffida del centro servizi per il volontariato del Lazio, Il Cesv, che ha proposto titoli ed idee dei quattro progetti immateriali dedicati al sociale e risultati vincitori: si tratta di una contestazione a firma dei legali dell'associazione recapitata proprio nei giorni in cui era arrivata la buona notizia della proroga al 30 settembre concessa da Palazzo Chigi per la presentazione dei progetti definitivi.
Tutto nasce dall'avviso pubblico di manifestazione di interesse alla presentazione di progetti che il Comune aveva diramato per la predisposizione del programma delle periferie e che era finalizzato ad individuare soggetti interessati a una proposta di partenariato pubblico privato.
Il Cesv, che nel Lazio ha lunga e solida esperienza nel sociale, ha risposto all'avviso pubblico presentando 4 proposte chiamate proprio come poi sono state definite e presentate al Ministero e che hanno ottenuto una possibilità di finanziamento di due milioni e 700mila euro totali: "Fuoriorario", circuito cittadino di recupero del disagio giovanile nelle scuole, intervento numero 9 finanziato con 1,5milioni di euro, il progetto "Mediazione sociale - recupero urbano integrato" poi finanziato con 700mila euro, la ricerca sui giovani di Latina "Sogni e bisogni', l'intervento numero 10 da 450mila euro e infine "Do you speak italian" per l'interazione e la conoscenza della lingua italiana, pacchetto da 100mila euro. Parte di quei progetti sono stati infilati con i nomi non modificati di una virgola nel progettone e sono stati approvati con determina di giunta la scorsa estate. Le proposte che prevedevano cabina di regia, coordinamento del progetto, monitoraggio e rendicontazione del Cesv venivano inviate il 20 agosto (la scadenza era il 22) mentre il Comune partecipava al bando con scadenza il 30 agosto "facendo proprie integralmente - scrivono gli avvocati - le proposte progettuali presentate dal Cesv" e riuscendo a classificarsi 14esimo con punteggio di 78 punti".
Nonostante l'esito positivo il Cesv contesta "di non essere stato indicato quale soggetto partner nella realizzazione dei progetti ammessi al finanziamento, avendo il Comune utilizzato i loro contenuti e stesse metodologie e obiettivi e né che l'amministrazione abbia dato seguito alle fasi di approvazione dei progetti esecutivi". Il Comune, da parte sua, ha risposto che la tipologia di avviso pubblico era finalizzata ad un elenco di soggetti interessati non costituendo offerta contrattuale e che la pretesa di un affidamento diretto dei progetti non trova alcun fondamento giuridico, dovendosi questi interventi affidare tramite un bando pubblico. Una storia che rischia di finire male prima ancora di cominciare: il centro di servizi ha chiesto con urgenza una risposta, in caso contrario agirà a tutela dei propri interessi chiedendo i danni.