Mentre continuano gli sbarchi di migranti cresce, in modo ovviamente proporzionale, il numero degli ospiti nei centri di accoglienza della provincia di Latina e, di pari passo, i problemi di convivenza.
Una serie di episodi delle ultime settimane hanno, nei fatti, messo a nudo la difficile convivenza non solo e non sempre con le comunità locali, bensì anche all'interno degli stessi centri. In questo momento i richiedenti asilo sono più di 2500, praticamente cinque volte quanto si immaginava appena un anno fa e comunque più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2016.
I Comuni sede dei centri di accoglienza sono 22 su 33 e la maggiore concentrazione è sui Lepini dove c'erano già in passato centri attrezzati. Le proteste esplose nei centri sono legate alla erogazione (in ritardo o del tutto assente in alcuni casi) della quota giornaliera (pari a due euro), almeno è quanto si evince dalle dichiarazioni degli stessi migranti, ma di frequente c'è un problema legato a servizi diversi tipo la connessione wifi o al cibo.
Nel mese di giugno sono comunque iniziate le prime attività di pubblica utilità prestata da gruppi di migranti alle amministrazioni locali che hanno aderito al protocollo provinciale ma che sono solo sei rispetto alle 22 città in cui si trovano i centri di accoglienza. Come si evince dall'ultimo rapporto del Ministero dell'Interno si sono altresì allungati i tempi per l'esame della posizione dei richiedenti asilo, al fine di stabilire se ci sarà la concessione dello status oppure no.