Nella settimana in cui potrebbe arrivare il decreto sulla calamità naturale dal valore esecutivo, ossia quello che ha in dote i soldi del fondo straordinario, comincia ad emergere anche altro, oltre alla disperazione di migliaia di cittadini e imprenditori.Alcuni dei provvedimenti che stanno passando in queste come opere straordinarie non prevedibili, sono per la verità semplici e poco costosi ritocchi che si potevano fare già nei mesi scorsi senza lasciare 300mila utenze in tutta la provincia senza acqua anche per più di 24 ore. Esempi illuminanti sono le installazioni di filtri sulle fonti in precedenza chiuse, specie quelle del sud, come la riattivazione della fonte «Forma del Duca» (Castelforte). Qui l'acqua c'è sempre stata ma aveva un livello di arsenico superiore al massimo consentito dall'Unione Europea; nel 2012 anziché potenziare il dearsenizzatore che già era a servizio della sorgente si è preferito interdirla del tutto e il filtro che aveva è stato spostato su Cisterna. Il costo della riapertura di questa sorgente (che andrà ad alimentare oltre 50mila utenze nel sud) con 12,5 litri al secondo, quindi una portata di 900metri cubi al giorno costerà poco più di 200mila euro, che per una società che con un bilancio di 80 milioni non sono nulla e per riaprire Forma Del Duca ci sono voluti 20 giorni e due autorizzazioni.