Ancora un intervento della magistratura su alcune attività produttive aperte nel centro storico di Prossedi. L'episodio si era già verificato qualche tempo fa, ma successivamente sembrava essere tutto rientrato. Sempre nei confronti della società "Sostengo - Rivalutiamo Prossedi". Martedì pomeriggio è stata posta sotto sequestro dai carabinieri, su disposizione del giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario, una braceria della stessa società. Il locale, peraltro, era stato riaperto solo pochi mesi fa. E per una reazione, probabilmente dettata dalla rabbia di una situazione che i responsabili di "Sostengo" ritenevano superata, la società ha deciso di chiudere tutte le attività presenti nel centro storico del paese, compreso l'albergo diffuso e il locale "Corno rosso" nella piazza principale del paese. Da quel che è dato sapere, il sequestro della braceria è stato dettato dalla destinazione d'uso dei locali interessati. Si tratta, come noto, di una vecchia cantina lungo via Roma. Probabilmente, i responsabili di "Sostengo" ritenevano che, dopo l'adozione del Piano particolareggiato del centro storico, da parte del Comune di Prossedi, alcuni mesi fa, il cambiamento della destinazione d'uso dei locali fosse cosa da ritenersi implicita. In ogni caso, al di là di quel che sarà il corso delle indagini e delle decisioni della magistratura, c'è da sottolineare come il piccolo centro collinare lepino venga a perdere quella vitalità che stava riacquistando con l'apertura di localini caratteristici e l'organizzazione, da parte di "Sostengo", di diversi eventi, in programma soprattutto nel periodo estivo. Manifestazioni di solidarietà alla società sono venute da numerosi cittadini prossedani e, in particolare, da quel gruppo di persone, per lo più giovani, che nell'azione di "Sostengo" avevano trovato un'occupazione lavorativa, ancorché, per molti, stagionale. Ma, chiaramente, pur sottolineando i meriti di un gruppo imprenditoriale, che ha scommesso su Prossedi e il suo rilancio, anche con investimenti consistenti, evidentemente a livello normativo c'è ancora da sistemare qualcosa. Non si spiegherebbe, altrimenti, il secondo intervento della magistratura, nel giro di qualche anno. Non è, al momento, dato sapere quali azioni intenderanno mettere in campo i responsabili della società e se, almeno i locali, tipo l'albergo diffuso, non toccati dal provvedimento, saranno riaperti.