Il carcere di Latina scoppia. Non è una novità ma la situazione è estrema anche per questa estate con i dati che risalgono a poche settimane fa che tratteggiano un quadro impressionante della casa circondariale di via Aspromonte a Latina. Non soltanto nel capoluogo pontino ma anche nelle altre strutture del Lazio che in tutto sono 14, la situazione ha superato di gran lunga ogni limite.
A Latina ad esempio con i dati che sono aggiornati allo scorso 31 luglio, il numero di detenuti è il doppio rispetto a quello consentito con logiche ripercussioni per tutti anche per il personale che è in servizio e che è ridotto all'osso. Al primo agosto erano presenti 141 detenuti così divisi: 29 donne e 37 stranieri, esattamente il doppio della capienza totale. E' uno dei momenti più difficili per il capoluogo pontino che con le emergenze ha fatto l'abitudine. In passato, alcuni anni fa, la situazione era diventata così estrema come nel 2010, quando anche i letti per dormire erano finiti.
L'allarme del sovraffollamento riguarda anche Viterbo, Cassino, Civitavecchia e Velletri. A Latina la situazione è critica anche per l'organico che è ridotto all'osso con la carenza del personale che arriva al 20% e infatti mancano 27 unità. «Il sovraffollamento e la carenza di personale non sono più tollerabili - aveva detto il segretario del sindacato Fns Cisl nazionale Massimo Costantino - c'è la necessità di incrementare con un numero congruo il personale da assegnare in questa sede, così come in altri istituti del Lazio. La situazione è estrema». Quello del carcere di Latina è un disagio che si trascina da anni, la struttura nonostante un restyling si trova in centro. In passato era stata presa in esame l'ipotesi di costruire una nuova struttura ma il progetto poi è tramontato. Costantino è tornato sul problema che riguarda il personale non soltanto della casa circondariale di Latina ma anche di altri centri tra cui Pisa, Civitavecchia, Milano e Ancona, Firenze e Viterbo.
«Le tensioni sono ormai all'ordine del giorno. La Fns non ci sta e denuncia questa condizione, non più solo con le proteste locali ma anche e soprattutto a livello nazionale perché il silenzio che giunge dai Vertici della Giustizia e del Dap non
è accettabile. Infine stiamo valutando se organizzare, unitamente alla Polizia Penitenziaria, una mobilitazione di protesta affinché il grido di
allarme, grave, non resti inascoltato e senza che vengano assunte le necessarie correzioni gestionali e legislative». A Latina proprio davanti al carcere si era svolta una protesta lo scorso primo luglio per portare l'attenzione ad un problema che spesso viene trascurato come quello della carenza di organico. I problemi sono più di uno oltre al sovraffolamento.