Dopo otto mesi di appelli inascoltati all'indirizzo dell'amministrazione comunale e una risposta degli uffici arrivata solo il 21 agosto a seguito di una diffida, oggi la preside della scuola Frezzotti Corradini ha convocato i genitori per informarli che la scuola riaprirà, ma si sta cercando una soluzione per garantire il diritto allo studio a tutta la popolazione scolastica senza far pesare solo su tre classi il disagio legato alla scarsa sicurezza in un'ala dell'istituto. Il problema nasce da tre aule inagibili, due nel padiglione B e una nel padiglione A e che resteranno interdette. La vicenda era scoppiata a gennaio perché nell'aula 3 del Padiglione B era stata segnalata la presenza di vistose crepe, quello che nel verbale redatto dai vigili del fuoco veniva indicato come "dissesto statico di elementi costruttivi" sulla guaina di copertura a causa di infiltrazioni di acqua. La dirigente del Comune Lanzillotta ha risposto solo il 21 agosto parlando di difficoltà legate alle scarse risorse umane dell'ufficio e che gli interventi nel padiglione non rientravano nella normale manutenzione perché richiedono interventi specializzati per i quali sarebbe già stato affidato l'incarico. La soluzione prospettata è quella di spostare alcune classi a viale Le Corbusier alla sede dell'ex geometra Sani (per cui ha dato subito disponibilità la presidente della Provincia) o a piazza Dante ma – ha spiegato la preside – "il sindaco deve dirci se possono essere assegnate alla nostra scuola". Il piano B, dal momento che il 14 si deve per forza partire e queste sedi potrebbero non essere disponibili, è quello di far fare i doppi turni alle 18 classi del tempo normale, le prime seconde e terze, alcune di mattina e altre di pomeriggio. Il pomeriggio i turni sarebbero dalle 13 e 30 alle 18 e 30 compresi due sabati al mese dalle nove alle 13, mentre per chi fa la mattina gli orari sarebbero dalle 8.15 alle 13 e 15. Una doccia gelata per i genitori presenti che stamattina si sono dati appuntamento in piazza del Popolo per farsi ricevere dal sindaco. La dirigente ha scritto per mesi all'amministrazione e, in ultima analisi al vescovo, al Prefetto e anche al garante dell'Infanzia. "La sicurezza viene prima di tutto, non abbiamo altre vie d'uscita - ha detto la Venditti ai genitori.