Vengono sottratti alla criminalità organizzata e poi assegnati spesso ai Comuni, che però, non avendo fondi a sufficienza per riqualificarli, spesso li abbandonano a loro stessi. Così passa il tempo e il riutilizzo dei beni confiscati diventa sempre più complesso. Ma ora per Pontinia e Terracina arriva un aiuto dalla Regione Lazio, visto che i progetti presentati sono stati ritenuti meritevoli di finanziamento. Per San Felice Circeo, invece, l'ennesima occasione sprecata: non è stata presentata alcuna proposta.
La Regione Lazio con un avviso pubblico del 13 aprile ha messo a disposizione 750mila euro per finanziare in conto capitale opere di ristrutturazione sui beni confiscati alla criminalità. Un'iniziativa utile perché, come si diceva, spesso lo scoglio principale per rendere fruibili tali strutture è proprio di natura economica, dato che talvolta sono necessari corposi investimenti.
I Comuni di Pontinia e di Terracina hanno aderito, ottenendo rispettivamente 19.819 euro il primo e 64.750 euro il secondo. La giunta di Pontinia, in particolare, ha partecipato al bando con il progetto "Habitare", che prevede opere di manutenzione ordinaria e straordinaria sugli immobili di via Monte Grappa. Cinque edifici che sono stati confiscati e trasferiti al Comune nel 2000.
Tra gli assenti nella graduatoria – in totale sono stati concessi finanziamenti per circa 640mila euro – c'è il Comune di San Felice Circeo. Eppure qui la situazione degli immobili confiscati è tutt'altro che rosea.
La villa di via del Morrone, per la quale si parlava della trasformazione in una sorta di polo culturale sull'uomo di Neanderthal da inserire in un percorso storico-archeologico ad hoc, versa nel degrado più assoluto. È stata oggetto di ripetuti furti di rame, di incursioni e i lavori iniziati e mai conclusi – sono state smantellate pareti e rimosse maioliche – non hanno di sicuro giovato. Non solo. Anche per l'appartamento di via dei Caprioli ci sono parecchi problemi da risolvere. La struttura è stata trasferita al Comune nel 2003 per destinarla, come si legge nei documenti amministrativi, a usi sociali. Attualmente versa però in «condizioni di fatiscenza» e questo – si specifica negli atti dell'ufficio tecnico – sia perché costruita parecchi anni fa, sia a causa «dell'inutilizzo prolungato nel tempo». Per risolvere i problemi di infiltrazione d'acqua e grane simili è stato incaricato un tecnico esterno, impegnando circa seimila euro per la parcella. Ma, nonostante le criticità, il Comune evidentemente si è fatto sfuggire l'opportunità dei finanziamenti.