Chi faceva debiti con loro per la droga veniva poi perseguitato con minacce e percosse. E quando il debito si protraeva, il debitore poteva essere addirittura costretto a chiedere prestiti in banca, usando documentazione falsa. Sono questi alcuni dei dettagli emersi nella conferenza stampa di questa mattina in cui il Comando provinciale dei carabinieri ha illustrato l'operazione "Giove" in cui da questa mattina all'alba sono stati eseguiti 18 arresti, 12 misure cautelari in carcere e 6 ai domiciliari, tra Terracina e Fondi. 

Tutto è partito dalla denuncia di una madre, preoccupata delle continue richieste estorsive subite dal figlio. Era il 2015. I carabinieri della Compagnia di Terracina hanno iniziato ad indagare. Ne è emerso un gruppo criminale impegnato nella gestione della piazza di spaccio di droga, in particoalre di hashish, marjiuana e soprattutto cocaina. Fondi, Priverno, Aprilia ma soprattutto Terracina il baricentro delle attività di spaccio, con alcuni soggetti ben inseriti nella rete e già noti alle forze dell'ordine. 

Dalle indagini è emerso un quadro inquietante. I debitori venivono sottoposti a pesanti attività estorsive. Il gruppo per rientrare dei soldi constringeva, con minacce e percosse, anche a chiedere prestiti agli istituti di credito, anche servendosi di documentazione falsa per garantire la solvibilità. Nel corso dell'indagine sono stati sequestrati 160 grammi di cocaina, 15 di hashish e 5 di marijuana e 2.600 euro. Nel corso dell'operazione, che ha portato all'arresto di 18 persone, una è stata colta in flagranza di reato, perché in possesso di 45 grammi di hashish. I destinatari delle misure cautelari sono stati tutti associati alla casa ricorndariale di Latina, tranne uno che già si trovava ristretto nel carcere di Cassino. Un altro invece è stato arrestato a Siena, dove risiedeva ormai da un anno.