I Comuni di Maenza e Roccagorga sono uniti, nei primi giorni di questa settimana, dal problema della carenza d'acqua.
O, meglio, visto che la riduzione e l'interruzione programmata del flusso idrico riguarda tutti i Comuni del comprensorio, è più corretto dire uniti nella protesta.
Più eclatante quella messa in atto da due consiglieri comunali di Roccagorga, Roberto Cammarone ed Onorato Nardacci (quest'ultimo anche presidente della XIII Comunità montana).
I due si sono piazzati davanti al cancello di accesso alla centrale di Fiumicello con dei cartelli in mano. A chi gli chiedeva del perché di questo gesto, hanno risposto: "Non sappiamo più cosa dire ai nostri cittadini, ormai esasperati per questa situazione che si protrae da tantissimo tempo».
Ma il caso più eclatante, chiaramente, è quello di Maenza. «Il paese è in sofferenza», ha sottolineato il sindaco Claudio Sperduti.
Soprattutto nelle zone di Sant'Arcangelo e Le Rose che, ironia della sorte, sono «adiacenti al pozzo di Sant'Arcangelo».
A proposito del quale Sperduti ha sottolineato che la pompa inefficiente del pozzo continua a far sì che l'acqua si riversi nel fossato, non arrivando quindi nelle abitazioni.
Il problema di Maenza, nei giorni scorsi, è stato anche l'approvvigionamento idrico del complesso scolastico "Leone XIII" tanto che, in una lettera al responsabile dell'Ato 4, Sperduti aveva minacciato un'ordinanza di chiusura del plesso scolastico.
Ieri, però, le cose sono andate meglio.
E il sindaco, indossati i panni dello sceriffo, ha fatto tre sopralluoghi nella scuola: alle ore 9.30, alle ore 12 e alle ore 13.40.
Essendo il flusso idrico regolare, ha evitato di emettere l'ordinanza di chiusura.