Appare ogni giorno più difficile, per i paesi che si affacciano sulla Valle dell'Amaseno e sono serviti dalla centrale di Fiumicello e dai pozzi Vòlaga, la crisi idrica che, da ormai tantissimi mesi, sta affliggendo il territorio lepino e ausono. Un'emergenza che appare senza fine e che sta portando i sindaci del vasto territorio collinare a cavallo fra le province di Latina e Frosinone a chiedere lo stato di calamità. Tutto è iniziato nel pomeriggio di sabato, quando i sindaci di Roccasecca dei Volsci (Barbara Petroni), Roccagorga (Carla Amici), Prossedi (Angelo Pincivero) Maenza (Claudio Sperduti, delegato anche dalla collega di Priverno Anna Maria Bilancia), Amaseno (Antonio Como) e Villa Santo Stefano (Giovanni Iorio) si sono recati davanti ai cancelli di Fiumicello e, in concomitanza con l'avvio delle 14 ore di turnazione idrica, hanno chiesto ad Acqualatina di poter entrare nella centrale per verificare il livello dell'acqua. «I cittadini ci stanno massacrando ogni giorno - ha dichiarato, raggiunta telefonicamente, Barbara Petroni, in accordo coi colleghi presenti - e noi siamo d'accordo con loro perché riteniamo che la poca risorsa a disposizione non sia gestita nel migliore dei modi». Dopo un po' di attesa e qualche telefonata, Acqualatina ha inviato un tecnico in zona: purtroppo, però, i sindaci hanno potuto vedere i dati relativi all'acqua presente e pompata da Fiumicello soltanto attraverso il cellulare, poiché - a detta del tecnico - non erano in possesso dell'equipaggiamento per entrare. «Speravamo arrivasse un responsabile superiore - ha aggiunto il sindaco Petroni - ma così non è stato. Siamo tornati a proporre l'invio di autobotti per rifornire Fiumicello ma dovrebbero essere i tecnici del gestore a fornire soluzioni più adeguate al problema. Intanto, rimangono le 14 ore al giorno di turnazione: per tutti questi motivi - ha annunciato Petroni anche a nome dei colleghi - stiamo preparando un documento che invieremo al Governo nazionale, alla Regione Lazio e alle Prefetture di Latina e Frosinone per chiedere lo stato di calamità. Chiederemo anche di essere noi sindaci a stabilire come investire i soldi sulla rete idrica: non è più tollerabile che ci sia il 70% di dispersione e che solo il 30% dell'acqua emunta dai pozzi arrivi nelle case. Infine, abbiamo nuovamente sollecitato la rimozione delle autobotti dal Caselletto di Priverno: quel punto è alimentato per metà da Fiumicello e per metà da Sardellane. Si potrebbe andare direttamente in quest'ultima centrale a prelevare ed evitare di togliere altra acqua a Fiumicello».
Tutte queste vicende, tra l'altro, finiranno su un tavolo tecnico che dovrebbe tenersi in Regione nei prossimi giorni, alla presenza dei sindaci e dei responsabili dell'Ato 4. In più, si attende anche l'entrata in funzione dei pozzi di Roccagorga: l'acqua è stata trovata e ora dovranno essere fatte le analisi sulla purezza e sulla potabilità. Dopodiché spazio ai lavori per la conduttura che dovrà collegare l'area a Fiumicello. Il tutto potrebbe sbloccarsi nel giro di un paio di settimane: i lavori, infatti, sono già in corso.