«Sì mi hanno sequestrato e ho ricevuto anche minacce di morte» ha ammesso il cittadino di 34 anni vittima di un sequestro di persona a scopo di estorsione e che era stato liberato nel corso di un blitz della Squadra Mobile in un container nel centro di accoglienza di Al Karama. I fatti erano avvenuti nella notte tra il 24 e il 25 aprile del 2016. Il processo si sta celebrando davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Latina, davanti al Presidente Pierfrancesco de Angelis, al giudice Fabio Velardi e alla giuria popolare e ieri l'uomo ha risposto alle domande del pubblico ministero Luigia Spinelli e degli avvocati Angelo Palmieri, Simona Dominici e Marco Reale che assistono i due imputati Mirabela Iordache e Tomescu Baldowin, detenuti in carcere da un anno e mezzo. La vittima del sequestro ha prima ricostruito il rapporto che ha avuto con Mirabela conosciuta in Germania e poi ha raccontato con l'aiuto di un interprete il suo viaggio in Italia: in auto per arrivare nella primavera del 2016 fino a Latina fino a quando non gli è stata rubata l'auto e si è trovato prigioniero in un container. E' riuscito a dare l'allarme inviando dei messaggi alla sorella che ha avvertito le autorità tedesche che si sono messe in contatto con quelle italiane.
Sequestrato ad Al Karama, in aula la deposizione del tedesco rapito
Latina - Per oltre tre ore la testimonianza dell'uomo che dalla Germania era partito per raggiungere Latina