Un bando modulato su necessità speciali legate all'accoglienza che privilegia l'efficacia dell'intervento e l'aspetto qualitativo rispetto a quelle economico e adeguato al nuovo codice degli appalti che dedica cinque articoli al particolare settore dei servizi sociali. Sgombra il campo dai sospetti avanzati nei giorni scorsi l'assessore ai servizi sociali Patrizia Ciccarelli sul bando per affidare il servizio per l'accoglienza di migranti e rifugiati. Era stata Alleanza per Latina, ma anche alcune voci civiche esterne come il presidente di Metrobugia, a bollare la gara da 2,5 milioni di euro dei servizi sociali relativa allo Sprar, e aggiudicata da un solo partecipante, una Ati composta dalle cooperative Astrolabio e Il Quadrifoglio con un risparmio minimo nel triennio 2017/19 di 19mila euro.
Nulla di anomalo andando a vedere la procedura seguita e sentendo l'assessore al ramo Patrizia Ciccarelli che spiega come, con un minimo di conoscenza su come funzionino gli appalti secondo le nuove norme in questo particolare settore, si evitino confusione e fraintendimenti. «La collaborazione del Comune nel Progetto Sprar nasce tre anni fa – spiega la Ciccarelli – è una progettazione voluta dal Ministero per realizzare un sistema di protezione per richiedenti asilo e di accoglienza più evoluto rispetto a quello delle Prefetture. Nel 2016 ci siamo affrettati a presentare richiesta per i finanziamenti che ci dessero la possibilità di accedere a un sistema stabile di accoglienza, ma anche di farlo crescere come capacità perché se lo Sprar raggiunge livelli di posti maggiori (oggi siamo a 81 migranti) potremmo avere il diritto della clausola di salvaguardia che consentirà di portare alla chiusura dei Cas». E' a questo che punta il Comune, come è stato sempre ribadito. Per ottenere i finanziamenti l'ente si è affrettato a presentare il progetto nel rispetto del codice degli appalti e dell'Anac e a selezionare i soggetti attuatori. E qui arriva il punto: «La specificità di questo bando deriva dalla peculiarità del settore perché – spiega l'assessore – il codice degli appalti consente la riduzione della tipologia dei partecipanti alla gara e consente che la parte economica (il ribasso) possa avere incidenza minima o addirittura nulla nell'ottica di servizi particolari». In sostanza si tratta di una Gara che prevede il cofinanziamento obbligatorio e non una esternalizzazione, ma pittosto un partenariato con il Comune che costruisca un sistema di assistenza integrato. Un sistema che non prevede margine di utile e che spiegherebbe la scarsa partecipazione o comunque l'essere indirizzato ad una platea molto specialistica. «Molte gare del comune hanno visto un solo partecipante – prosegue l'assessore – e a chi parla di bando estivo sfugge che questa gara era già partita a marzo ma non fu aggiudicata per esclusione dell'unico partecipante». Nessun ombra ma criteri precisi in un settore in cui sta avvenendo una rivoluzione sia in termini di governance che di progettazione dei servizi. «Ci sono tante norme e strumenti nuovi che i servizi studiano ed applicano. Questo va riconosciuto».