Sarà il professor Grassi, presidente della Società Italiana di Radiologia Medica, a decidere cosa dovremo fare del Centro di Alta Diagnostica, e cioè se accontentarci o meno di un tomografo di ultima generazione piuttosto che avere il previsto tomografo ibrido Pet-Rm che soltanto in pochi al mondo possiedono.
Così almeno sembra di capire dal tenore della delibera con cui la Giunta municipale (il sindaco era assente) ha incaricato il professor Grassi per esprimere entro il 30 novembre un suo parere sulla fattibilità della sostituzione. Un parere peraltro molto sintetico, da racchiudere in 2000 battute o giù di lì. Ma la sorpresa potrebbe essere dietro l'angolo, perché se in Piazza del Popolo non fanno mistero di aver sposato la causa proposta dalla Fondazione Sanità e Ricerca che sovrintende alla realizzazione del Centro di Alta Diagnostica, in via Costa la pensano in modo diverso. La Presidente Eleonora Della Penna, alla domanda sul gradimento per l'una o l'altra scelta da fare, risponde senza esitare: «Nel caso in cui la soluzione prescelta dal Comune di Latina dovesse essere diversa da quella prevista nel progetto originario, cioè quello contenuto nell'accordo di programma che abbiamo sottoscritto, non potrò accettare, perché quell'impegno si è perfezionato quando l'amministrazione provinciale ha erogato al Comune di Latina 800.000 euro per quello specifico progetto. E quindi non posso e non voglio tornare indietro».
Nemmeno un parere accreditato come quello del presidente della Sirm potrebbe farla tornare indietro?
«Credo ormai che anche la richiesta di un parere sia tardiva e inutile, perché arriva tre mesi dopo il Consiglio comunale, con una delibera fatta l'altro giorno. Aspettare ancora non ha senso. Il Comune dovrebbe fare fronte con l'altro soggetto istituzionale, cioè la Provincia, per pretendere la realizzazione del primo progetto concordato con la Fondazione Roma. E se adesso è cambiato l'interlocutore, con una nuova denominazione, questo non ci riguarda».
O così o niente. Abbiamo capito bene?
«Nel caso in cui si dovesse aderire a una soluzione diversa dalla prima, mi vedrei costretta mio malgrado a chiedere la restituzione delle somme versate al Comune di Latina. Mai come in questi tre anni la Provincia avrebbe avuto bisogno di quegli 800.000 euro per strade e scuole».
Non è che la sua rigidità è politica prima che tecnica?
«Quando ho aderito a questo progetto l'ho fatto perché era un progetto di eccellenza. Non possiamo accettare copie sbiadite dopo aver pagato per altro»