Si profila tutt'altro che scontata la ricostruzione del furto finito in tragedia lo scorso 15 ottobre nella palazzina di via Palermo. Come era emerso il giorno dell'arresto dei quattro complici di Mimmo Bardi, il ladro morto sotto i colpi di pistola esplosi dal figlio del proprietario di casa, a restare ferito era stato anche l'altro scassinatore che con lui aveva partecipato materialmente al furto all'interno dell'appartamento mentre gli altri componenti della banda restavano fuori per fare da "palo" e vedette. Ed è proprio il reduce della sparatoria a spalancare nuovi scenari investigativi, fornendo una ricostruzione che non sembra collimare perfettamente con quella resa dall'autore dell'omicidio.
Il lavoro di poliziotti e inquirenti non si è fermato con l'arresto della banda che insieme alla vittima era entrata in azione per svaligiare l'appartamento mentre gli anziani coniugi Palumbo erano ospiti di un pranzo organizzato. Da un lato gli investigatori stanno ricostruendo i movimenti degli specialisti dei furti nei mesi precedenti alla tragedia col sospetto, quasi una certezza, che avessero già colpito nel capoluogo. Al tempo stesso proseguono gli accertamenti tecnici disposti dalla Procura per ricostruire la dinamica dei fatti e soppesare le responsabilità dell'omicida.

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