Qualcuno lo chiama il "male" del nuovo millennio; altri lo considerano una risorsa; altri ancora un passatempo o, addirittura, un modo per sbarcare il lunario. Stiamo parlando del gioco d'azzardo elettronico, divenuto ormai un tema d'attualità sotto diversi punti di vista e oggetto di un'inchiesta basata sui dati dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e messa a punto e pubblicata online da "GEDI Gruppo Editoriale", che edita - fra gli altri - Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, 13 testate locali, il settimanale L'Espresso e altri periodici.

Lo spaccato di nostro interesse riguarda tredici Comuni del territorio lepino e ausono, compresi fra le province di Latina e Frosinone: in particolare, nel solo anno 2016 (ossia quello preso come riferimento per l'indagine, ndr), sono stati "bruciati" nelle slot machine ben 46.317.210 euro. Una cifra che appare enorme, coi soldi che sono stati "investiti" per la maggior parte nelle cosiddette "New Slot" - ossia i dispositivi Awp che accettano solo monete e sono presenti soprattutto in bar e tabaccherie - rispetto al volume decisamente inferiore che riguarda le videolottery, ossia le macchinette Vlt che accettano anche banconote e sono presenti in locali dedicati, consentendo giocate e vincite più alte. I dati che riportiamo, vale la pena evidenziarlo, non si riferiscono a ogni cittadino, ma a una ripartizione per abitanti delle cifre giocate nei diversi dispositivi.

La "Palma nera"
Essendo il Comune più grande è anche quello dove il gioco d'azzardo vede un volume d'affari maggiore. Stiamo parlando di Sezze che, con i suoi 1.001 euro pro capite inseriti nei dispositivi elettronici, vede un volume di giocate annue pari a quasi 25 milioni di euro: in città sono presenti 221 apparecchi (200 Awp e 21 Vlt) e le giocate sono cresciute del 2,6% rispetto al 2015.

Il resto del podio
Al secondo posto di questa ipotetica classifica troviamo l'altro centro più grande della zona: Priverno. Nei 102 apparecchi presenti sono stati "investiti", in un anno, 423 euro a testa, per un totale di oltre sei milioni di euro complessivi. Qui, rispetto al 2015, le giocate sono in calo: -7,6%. Al terzo posto, invece, troviamo Sonnino: qui nel 2016 sono stati giocati quattro milioni e 800mila euro, equivalenti a 623 euro pro capite. Gli apparecchi presenti sono 75.

Il caso di Prossedi
Particolare attenzione va puntata su Prossedi: 1.197 abitanti e soli 9 apparecchi presenti. Il dato, però, è esorbitante: in un anno, la spesa pro capite per il gioco d'azzardo elettronico è stata pari a 813 euro. Di conseguenza, nel solo 2016 i prossedani hanno "bruciato" oltre 973mila euro nelle slot machine. Questa cifra, vale la pena evidenziarlo, è sicuramente inferiore rispetto ad altri paesi, ma il rapporto tra la spesa pro capite e l'esiguo numero degli abitanti fa davvero riflettere su quanto sia diffusa - purtroppo - la pratica del gioco d'azzardo.

Gli altri Comuni
Andando a scorrere l'elenco dei paesi troviamo Amaseno (oltre due milioni e 600mila euro giocati nel 2016 nei 49 apparecchi presenti in paese), Sermoneta (oltre due milioni di euro inseriti in 33 dispositivi), Roccagorga (un milione e 300mila euro e 21 apparecchi presenti, con un incremento annuo di giocate del 44%), Bassiano (674mila euro annui e "soli" 9 apparecchi presenti), Vallecorsa (quasi 667mila euro e 11 dispositivi presenti), Maenza (643mila euro "bruciati" nel 2016 in 19 slot machine), Giuliano di Roma (oltre 590mila euro di giocate complessive in 17 dispositivi) e Villa Santo Stefano (471mila euro annui in 11 apparecchi).

Il paese meno spendaccione
A questo punto manca un solo Comune all'appello: parliamo di Roccasecca dei Volsci, piccolo paese ausono dove, nel 2016, è stata giocata la cifra più bassa di tutte: "soli" 326.720 euro. In altri termini, abbiamo delle giocate pro capite annue di 289 euro, coi soldi "versati" in 11 apparecchi. Qui, rispetto al 2015, le giocate sono cresciute soltanto dello 0,8%.