Non solo il fenomeno torbidità dell'acqua è tornato a farsi notare già del pomeriggio del 7 gennaio 2018. Nel corso della giornata di lunedì 8 gennaio 2018, infatti, quella che Acqualatina, in una nota apposita diretta ai Comuni di Maenza, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci, Prossedi e Villa Santo Stefano definiva fenomeni di torbidità monitorati dai tecnici, si sono aggravati fino a rendere l'acqua di un colore che da solo faceva evincere l'impossibilità a utilizzare il liquido non solo a fini potabili, ma a qualsiasi uso alimentare, se non addirittura per lavarsi. Nel corso della mattinata di ieri, i sindaci di Priverno - Anna Maria Bilancia - e di Maenza - Claudio Sperduti -, per primi hanno emanato le ordinanza di non potabilità dell'acqua fino a nuova comunicazione. Nuova comunicazione che, come dichiarato dai sindaci, seguirà solo a nuovi rilievi effettuati dai tecnici incaricati dalla Asl, già mobilitata sulla questione. Intanto dai rubinetti continua a uscire un liquido che definire acqua appare un eufemismo, a tratti di un marrone nauseabondo. L'avvocato Alessandro Pucci, già in passato assai attivo sulla questione idrica, ha chiesto che Asl e Acqualatina forniscano dati completi sull'acqua e non solo i complessivi sulla torbidità. Ogni paese, infatti, riceve acqua da più fonti e ognuna ha le sue peculiarità di torbidità, ma anche di arsenico e di altri minerali che i cittadini dovrebbero conoscere. Proprio i cittadini si ritrovano, dopo mesi di carenza idrica e settimane intere coi rubinetti a secco, a continuare a pagare per intero un servizio, quello idrico, di cui non possono usufruire. Il sindaco di Maenza Sperduti, invece, si è mobilitato scrivendo al presidente della Provincia e quindi della conferenza dei sindaci dell'Ato 4, Giovanni Bernasconi, per invitarlo a convocare un'assemblea in cui discutere dei continui problemi idrici.

Nella giornata di ieri (9 gennaio 2018), anche il sindaco di Roccasecca dei Volsci, Barbara Petroni, ha diramato l'ordinanza che vieta l'utilizzo dell'acqua potabile.