Dalle prime luci dell'alba, circa 200 finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo, nelle province di Roma e Latina, una misura cautelare emessa dal Tribunale capitolino su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 28 soggetti, tutti indiziati di appartenere a un'articolata associazione per delinquere dedita al traffico di sostanze stupefacenti, con base operativa nel quartiere di San Lorenzo.

Di questi 8 sono della provincia di Latina: 7 di Cisterna ed uno di Aprilia e si trovano in carcere o ai domiciliari. Si tratta di Amato Gennaro in carcere, Zappaterreni Barbara ai domiciliari, Padovani Daniele in carcere, Contì Alessandro in carcere, Contì Antonio ai domiciliari, Contì Emanuele ai domiciliari, Calocero Fabrizio ai domiciliari, Calocero Daniele ai domiciliari. Gli arresti sono stati eseguiti tutti a Cisterna, tranne per Padovani, residente ad Aprilia. Sempre in provincia di Latina sono state poste sotto sequestro due società aventi sede a Cisterna di Latina riconducibili ad Amato Gennaro e fittiziamente intestate ai due Calocero. Anche nella zona si svolgeva attività di narcotraffico.

I provvedimenti in esecuzione scaturiscono da una minuziosa attività investigativa, protrattasi per oltre un anno e condotta anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali all'esito dei quali è stata accertata l'operatività, nella Capitale, di due sodalizi, i cui membri si sono resi responsabili di gravi condotte di narcotraffico.

Le indagini hanno avuto origine dalla nota operazione "Druso-Extra Fines" che, il 4 ottobre scorso, ha portato all'arresto nel Lazio, in Sicilia, in Lombardia, in Piemonte, in Emilia Romagna e in Germania di 37 appartenenti al clan gelese Rinzivillo, oltre al sequestro di beni e società per circa 11 milioni di euro. In quel contesto, i militari avevano rilevato l'esistenza di contatti tra il noto boss di "Cosa nostra", Salvatore Rinzivillo, e un pluri-pregiudicato romano, Maurizio Pasquetto (classe ‘60), relativi a comuni affari illeciti nel settore del traffico di droga. Le investigazioni avviate sul conto di quest'ultimo, gravato da numerosi precedenti specifici, hanno evidenziato come egli si collocasse al vertice di un autonomo contesto delinquenziale, sistematicamente dedito al commercio di ingenti partite di stupefacenti, per lo più cocaina e marijuana.

Coadiuvato dal fidato collaboratore Bruno Reali (classe ‘62, anch'egli gravato da numerosi precedenti di polizia), "magazziniere" delle partite di droga e "cassiere" del gruppo, il Pasquetto ha operato al centro di una fitta rete di collegamenti criminali che lo hanno visto relazionarsi, di volta in volta, per finalità connesse al reperimento dello stupefacente, con altre consorterie operanti nella Capitale, in primis con i "gruppi" facenti capo a Giovanni La Racca (classe ‘59, pluripregiudicato) e a Nicholas Cianfrocca (classe '90, incensurato).

Peraltro, il Pasquetto aveva costituito, presso la propria abitazione nel quartiere di San Lorenzo, nota zona della movida romana, un vero e proprio "supermarket" della droga, aperto 24 ore su 24, in cui era possibile acquistare qualunque tipo di sostanza stupefacente, anche consumandola direttamente, al riparo da occhi indiscreti e, soprattutto, da eventuali controlli delle forze dell'ordine. Le indagini hanno permesso, poi, l'individuazione di un ulteriore sodalizio criminale, in contatto con la consorteria riferibile a Pasquetto allo scopo di rifornirsi da quest'ultima di droga, da smerciare in tutta la regione. Il vertice di questa associazione per delinquere è risultato essere il pregiudicato Gennaro Amato (classe ‘60), il quale, nonostante si trovasse agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica residenziale in provincia di Roma, continuava a gestire, attraverso il suo alter ego Alessandro Conti (classe ‘80), un florido traffico di cocaina e marijuana. I Finanzieri hanno scoperto che Amato aveva reinvestito i proventi delle sue attività illecite nell'acquisizione, di fatto, di due società di capitali operanti nel settore del noleggio di autovetture di lusso, le cui cariche societarie e amministrative erano state formalmente attribuite a due "prestanome" allo scopo di eludere le disposizioni di legge in tema di misure di prevenzione patrimoniale.

Conseguentemente, il G.I.P. presso il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro preventivo del capitale sociale e del compendio aziendale delle due imprese, per un valore di circa 600.000 euro. Oltre alle misure cautelari oggi in esecuzione – per 20 soggetti in carcere e per i restanti 8 agli arresti domiciliari – nel corso delle indagini le Fiamme Gialle avevano arrestato altre 3 persone in flagranza di reato e sequestrato circa 5,5 chilogrammi di cocaina e 6 chilogrammi di marijuana.